Tosse? Febbre? Che fare?

Quando il bambino manifesta sintomi “preoccupanti”, osservare e vigilare è la cosa migliore da fare prima di portarlo dal pediatra

Immagine per l'autore: Elena Uga
Elena Uga , pediatra
Misurazione della febbre col termometro

Quando un bambino ha tosse e febbre, l’approccio corretto è mantenere la calma e vigilare sui possibili segni di allarme, soprattutto perché la maggior parte dei casi si risolve spontaneamente. È fondamentale riconoscere i sintomi sospetti, ovvero respiro affannoso o “di pancia”, grande affaticamento, tosse “abbaiante”, febbre nei bimbi al di sotto dei 6 mesi, e rivolgersi al pediatra nel caso questi compaiano.
Le cause possono spaziare da comuni infezioni virali alle più gravi bronchiti o polmoniti, raramente pericolose se diagnosticate in tempo.
Fondamentale è fornire ai genitori un orientamento chiaro per distinguere quando la tosse e la febbre possono essere gestite a casa e quando è necessario consultare un pediatra.

«Il mio bambino ha la febbre, un po’ di acetone e tanta tosse. Sarà bronchite?». Quante volte il genitore si trova di fronte a questo annoso cruccio? E come risolverlo?
Le nostre vie respiratorie sono spesso descritte come un albero; un albero le cui radici si trovano a livello del naso e della bocca e la cui chioma arriva fin giù nei polmoni. Nei polmoni le vie respiratorie, dapprima di grosso calibro e chiamate bronchi, diventano come dei rami sempre più piccoli, i bronchioli, per poi terminare negli alveoli, le “foglie” del nostro sistema respiratorio. Qui il sangue si arricchisce di ossigeno e rilascia sostanze di scarto come l’anidride carbonica.
Ma vediamo cosa succede quando arrivano degli ospiti indesiderati.

Cause

Percorrendo l’albero bronchiale, i famigerati “germi” (virus e batteri), entrati attraverso naso o bocca, possono stanziare a vari livelli delle vie respiratorie e causare malattie più o meno gravi. Se i germi non sono troppo “cattivi”, e se il nostro sistema immunitario funziona bene, si fermeranno all’inizio del cammino causando quelle che noi pediatri chiamiamo flogosi (cioè infiammazioni) delle vie aeree superiori. Avremo così un comune raffreddore, una faringite che si manifesta con un fastidioso mal di gola, o una laringite con tosse secca o catarrale e cambiamento del tono di voce (proprio perché l’infiammazione coinvolge anche le corde vocali).

Se invece i germi riescono a scendere più in basso, possono andare a infettare i rami sempre più piccoli dell’albero bronchiale, causando bronchiti, oppure polmoniti se l’infezione raggiunge anche gli alveoli e il tessuto che li circonda. In entrambi i casi il bambino avrà probabilmente la tosse e spesso anche la febbre. Ma come può capire il genitore se è il caso di portare il bambino dal pediatra?

Tipi di tosse

Come prima cosa non tutti i tipi di tosse sono uguali. Se l’infezione è localizzata a naso e gola, la tosse è dovuta a muco e catarro che scolano nelle vie aeree, causando irritazione e infiammazione della gola, o delle corde vocali che sono situate poco più sotto. A volte questa tosse peggiora quando il bambino si sdraia, ma difficilmente crea affanno o difficoltà a respirare. Se è la laringe a essere infiammata, la tosse sarà secca e ricorderà l’abbaiare di un cane o il verso di una foca, e il bambino sarà molto spaventato (e con lui mamma e papà), ma starà meglio se verrà messo in un ambiente caldo-umido (ad esempio si può creare vapore in bagno aprendo i rubinetti dell’acqua calda). Se invece l’infezione ha colpito le basse vie respiratorie, la tosse sarà “secca e con il fischio” a causa dei bronchi che si stringono (causando i famigerati broncospasmi), oppure sarà “grassa” se è dovuta al catarro che si deposita. In ogni caso la tosse, di per sé, difficilmente ci aiuta a capire cosa sta succedendo. Quindi, che fare?

Che fare?

Non bisogna farsi prendere dal panico, ma distinguere i sintomi da considerare urgenti, e che richiedono una visita immediata, da quelli che possono anche attendere. La febbre e la tosse, di per sé, non sono segni di gravità dell’infezione, ma se persistono per alcuni giorni vanno valutati con attenzione dal pediatra. Se invece il piccolo ha “il fiato corto”, è affannato, e respira velocemente muovendo in su e in giù la pancia, è meglio farlo visitare il prima possibile.
E l’antibiotico? La maggior parte delle infezioni delle vie respiratorie è causata da virus e non necessita di terapia antibiotica. Solo il pediatra, dopo aver ascoltato il racconto dei genitori, saprà dire se è il caso di utilizzare o meno una terapia antibiotica: l’antibiotico, di per sé, non cura né febbre né tosse se non è stato un batterio a causarle, ma questo non è valutabile senza una visita pediatrica e un’osservazione attenta.

Sciroppi

La maggior parte degli sciroppi per la tosse che si trovano in commercio ha due modalità d’azione: i “mucolitici”, che sciolgono il muco ma non lo eliminano, e possono, a volte, peggiorare la respirazione facendo accumulare il muco più fluido nei bronchioli più piccoli; e altri sciroppi che, invece, contengono sostanze balsamiche e lenitive, spesso derivate da erbe, ma che non risolvono il problema, e il cui uso è vietato nei primi anni di vita. È dimostrato che un bel cucchiaio di miele lenisce la tosse più di qualsiasi sciroppo.

Bronchiti e polmoniti

Le bronchiti e le polmoniti sono infezioni che possono avere diversi livelli di gravità e che possono essere diagnosticate solo con un’attenta visita pediatrica. Quando il bambino ha tosse e febbre, quindi, il consiglio è di farlo visitare dal pediatra se non migliora entro alcuni giorni, dandogli nell’attesa qualche cucchiaio di miele e dell’antipiretico se presenta febbre molto alta e malessere. Ma se ha l’affanno, va fatto visitare al più presto. Quasi mai è necessaria una radiografia (la maggior parte delle volte basta l’orecchio attento del pediatra per capire se si tratta di polmonite) e nella maggioranza dei casi (se non ci sono complicazioni) la polmonite può essere curata a casa senza bisogno di ricoverare il piccolo in ospedale.

Bronchiolite

Alcuni virus possono causare la famigerata “bronchiolite” nei bambini con pochi mesi di vita. Il tutto comincia con un banale raffreddore e poi il piccolo inizia a non poppare più e a respirare a fatica muovendo la pancia in su e in giù. È difficile che il genitore non se ne accorga, perché il bambino sarà molto affaticato (anche se non sempre avrà la febbre). Spesso, inoltre, è necessario il ricovero, perché il bambino ha bisogno di essere aiutato a respirare attraverso la somministrazione di ossigeno. Si tratta comunque di un’infezione causata da un virus per il quale non esistono particolari terapie se non il supporto, il controllo e la vigile attesa.

Infezioni

Bronchiti e polmoniti sembrano malattie di altri tempi, e prima della scoperta degli antibiotici erano spesso mortali. Nonostante ciò, ancora oggi possono essere molto pericolose, ma solo in quei rari casi in cui a prendere il sopravvento siano germi particolarmente “cattivi”, o se le infezioni colpiscono bambini debilitati a causa di altre malattie. Oggi, nella maggioranza dei casi, si tratta di malattie che, se diagnosticate in tempo e adeguatamente curate, si risolvono in modo rapido e senza lasciare esiti. Quindi, di nuovo, se il bambino ha tosse e febbre, l’unica cosa da fare è stare attenti alla comparsa di eventuali segnali di allarme e, in tal caso, rivolgersi al proprio pediatra.

Segnali di allarme

  1. Respiro affannato o ‘‘di panciaʼʼ (come dopo una corsa)
  2. Bambino molto sofferente che risponde poco agli stimoli
  3. Tosse ‘‘abbaianteʼʼ (tipo il verso di una foca)
  4. Febbre (se ha meno di 6 mesi)

FAQ

Quando è il momento giusto per consultare il pediatra in caso di febbre?
Se la febbre persiste oltre 48–72 ore senza miglioramento, è opportuno contattare il pediatra. È consigliato rivolgersi subito al medico se la temperatura supera i 40 °C, se il bambino ha meno di 3 mesi o se compaiono sintomi come difficoltà respiratorie, rigidità del collo, convulsioni, eruzioni cutanee o sonnolenza marcata. In tutti gli altri casi, conta soprattutto lo stato generale del bambino più che il valore numerico che compare sul termometro.

Quali sono i valori di febbre da valutare in base al tipo di misurazione?
Si parla di febbre se la temperatura è pari o superiore a 38 °C se misurata per via rettale, o 37,5 °C se rilevata sotto l’ascella. La misurazione orale e auricolare possono dare valori leggermente differenti, meno precisi nei bambini piccoli. Tuttavia, più che il numero, è importante osservare come si comporta il bambino: se mangia, gioca e appare vigile, la febbre può essere gestita a casa.

Quando preoccuparsi davvero se c’è tosse?
La tosse è un sintomo molto frequente e spesso benigno, legato a infezioni virali comuni. Occorre consultare il pediatra se la tosse è associata a difficoltà respiratorie, respiro sibilante, sangue nel muco, vomito persistente o se dura più di due settimane senza miglioramento. Anche la comparsa di febbre alta in associazione alla tosse merita una valutazione.

Quali rimedi utili si possono adottare in caso di tosse e raffreddore?
Non esistono sciroppi o farmaci efficaci per ridurre la tosse nei bambini piccoli. Sono invece utili i lavaggi nasali frequenti con soluzione fisiologica, mantenere l’ambiente ben umidificato e offrire liquidi per prevenire la disidratazione. Queste misure aiutano a fluidificare le secrezioni e rendono la tosse più efficace.

Come usare in modo sicuro i farmaci antipiretici?
Nei bambini sono indicati solo paracetamolo e ibuprofene, da somministrare in base al peso e non all’età. Devono essere usati solo se la febbre provoca disagio, e non in presenza di febbre senza alcun sintomo. È controindicato l’uso di aspirina nei bambini per il rischio di complicanze (sindrome di Reye). Non è raccomandato alternare paracetamolo e ibuprofene senza indicazione del pediatra. In caso di malattie particolari (es. varicella, disidratazione, asma), l’ibuprofene va evitato.

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Elena Uga

pediatra, lavora presso l’ospedale S. Andrea di Vercelli e si occupa nello specifico di allergologia, allattamento e ambiente. Dal 2011 collabora come autore per Uppa.

Articolo pubblicato il 30/10/2018 e aggiornato il 22/09/2025
Immagine in apertura didesign021 / iStock

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