Igiene del neonato: non toccate quel pisello!

Finché il pisellino resta “chiuso”, lo spazio fra il prepuzio e il glande è uno spazio virtuale, che non esiste, perché la pelle dell’uno è incollata alla pelle dell’altro. Dunque non si accumula lo sporco

Immagine per l'autore: Paolo Sarti
Paolo Sarti , pediatra
Baccelli del pisello

«Dottore, cosa faccio con il pisellino del mio bambino? Devo tirare giù la pelle per pulirlo?» Quante volte mi sono sentito fare queste domande dalla mamma inesperta, che si accorge che il neonato ha un pisellino non solo più piccolo, ma alquanto differente da quello di un adulto. Ciò che preoccupa i genitori è che è impossibile retrarre il prepuzio e scoprire il glande del neonato. E su questo ne hanno sentite di tutti i colori: c’è sempre qualcuno (la cugina, la mamma di un altro bambino, l’educatrice del nido, la nonna) che insiste: «Devi aprire il pisellino, sennò resta chiuso e bisogna operare». E poi i dubbi che riguardano l’igiene del bambino: «Ma come faccio per pulirlo?» (a tal proposito, in questo articolo parliamo di igiene e cura del neonato in riferimento al cordone ombelicale).
Il prepuzio, la pelle che ricopre il glande, nei bambini appena nati è molto lungo e si chiude con un buchino appena sufficiente a far passare la pipì ed è così stretto da non consentire che il glande resti scoperto. Tutti gli uomini adulti, invece, hanno un prepuzio più corto e dotato di un orifizio sufficientemente ampio da consentire la fuoriuscita del glande, indispensabile per avere normali rapporti sessuali. Se questo è vero, ci dovrà essere un perché, e ci sarà pure un momento della vita in cui cambia l’anatomia del pisello.

Per tutto c’è un perché e un tempo giusto

Nulla è casuale in natura: il nostro corpo è il risultato di un lunghissimo processo di evoluzione che è durato milioni di anni. Anche il pisellino dei neonati non sfugge a questa regola: probabilmente è così chiuso perché non può svolgere alcuna funzione sessuale (e non potrà farlo per molti anni dopo la nascita), e poi, secondo molti medici, perché così è più protetto dal contatto con le feci e le urine, che i bambini piccoli non riescono a depositare… nei posti giusti. Ma i bambini crescono e diventano grandi: il passaggio è la pubertà, periodo della vita in cui si acquista la capacità di riprodursi e di avere rapporti sessuali. È proprio quello il momento in cui il pisello (ormai non più così piccino) si dovrà presentare come quello di un adulto. E siccome non tutti i neonati vengono circoncisi e non tutti hanno la cugina o la nonna che insistono perché si tiri giù al più presto quella pelle, evidentemente in un momento precedente alla pubertà, questo cambiamento avviene da solo. Questo momento non è mai lo stesso per tutti, può avvenire verso i 6-7 anni, ma in alcuni casi anche più tardi: niente paura però, l’importante è che capiti prima della maturazione sessuale.

E l’igiene, la pulizia?

Finché il pisellino resta “chiuso” lo spazio fra il prepuzio e il glande è uno spazio virtuale: cioè praticamente non esiste, perché la pelle dell’uno è incollata alla pelle dell’altro. E perciò non si accumula lo sporco, ma al massimo un po’ di secrezione e delle cellule che formano delle “lenticchiette” giallastre che restano lì, senza dare fastidio, e poi piano piano vanno via.

Che fare allora?

All’inizio proprio niente: evitate le manovre di scollamento nei bambini piccoli che potrebbero essere dolorose e causare persino minuscole ferite che, cicatrizzandosi, chiuderebbero ancora di più il pisello. Poi il pisellino si aprirà e il bambino stesso imparerà a pulirlo; il vostro pediatra avrà cura di controllare questa evoluzione, come fa per altre cose altrettanto importanti. Può capitare che la pubertà si avvicini e non succeda nulla: in questo caso il pediatra potrà consigliarvi l’applicazione di una crema cortisonica, che faciliterà questa evoluzione e, solo se questa cura dovesse fallire, farà diagnosi di “fimosi”, un restringimento dell’orifizio prepuziale, e indirizzerà il bambino dal chirurgo. Nonostante questi interventi siano ancora fra i più gettonati, non c’è nessuna necessità di operare bambini piccoli, anticipando artificialmente quanto sicuramente avverrebbe naturalmente.

Articolo pubblicato il 24/06/2013 e aggiornato il 22/09/2022

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