Antistaminici in gravidanza, si possono assumere?

Prima di utilizzare questi farmaci antiallergici durante la gestazione è importante sentire il parere del medico. In alcuni casi, infatti, l’assunzione di antistaminici, se non valutata attentamente, può comportare conseguenze per il feto e per il neonato

Immagine per l'autore: Margherita Borgatti
Margherita Borgatti , ostetrica e docente
donna in gravidanza assume antistaminico

Ogni anno, con l’arrivo della primavera, Francesca, che soffre di allergia ai pollini, inizia ad avere il naso tappato e che cola, e a essere tormentata dagli starnuti. Da tempo le è stata diagnosticata una rinite allergica, per la quale prende di solito un farmaco antistaminico che allevia i suoi disturbi. Dato che si trova al sesto mese di gestazione, però, teme che l’assunzione di antistaminici in gravidanza possa causare problemi al suo bambino. Una collega di lavoro le ha raccontato la sua personale esperienza: «Ero quasi al termine della gravidanza e avevo un prurito che non ti dico… A me il medico ha consigliato di prendere l’antistaminico senza problemi».

E così Francesca contatta l’ostetrica che la sta seguendo per capire se è possibile assumere antistaminici in gravidanza e quali sono le dosi consigliate, così da avere ben chiara la situazione e capire se è possibile alleviare i fastidi dell’allergia.

Si può assumere l’antistaminico in gravidanza?

Facciamo una premessa importante: prima dell’utilizzo di qualsiasi farmaco in gravidanza, è sempre bene chiedere il parere del proprio medico curante o dello specialista che sta seguendo la gestazione. Detto ciò, quando si può prendere l’antistaminico in gravidanza? Questo medicinale viene usato in genere per alleviare i disturbi causati dalle allergie, come la rinite allergica stagionale, l’orticaria e le reazioni alle punture degli insetti.

La rinite allergica, in particolare, è molto comune in gravidanza (ne soffre oltre il 20% delle gestanti). Si tratta di un’infiammazione della mucosa del naso che si manifesta con:

  • prurito;
  • congestione;
  • secrezioni nasali.

È dovuta alla reazione di particolari anticorpi (IgE) nei confronti di sostanze generalmente innocue (gli allergeni). Le allergie respiratorie sono comuni e possono peggiorare in gravidanza a causa dei cambiamenti ormonali, specialmente nel secondo e nel terzo trimestre. Per il trattamento, sarà importante eliminare o evitare gli allergeni e assumere la terapia indicata dal medico. Qualora si rendesse necessario prendere l’antistaminico in gravidanza, tra i più sicuri e indicati ci sono gli spray nasali, come l’azelastina e la levocabastina, o le compresse come la cetirizina e la loratadina

Anche nel caso di nausea e vomito frequenti, quando gli accorgimenti alimentari e i rimedi naturali non bastano, è possibile ricorrere agli antistaminici, tra i quali i più raccomandati sono: doxilamina, dimenidrinato, idrossizina, ciclizina. Anche qui, sempre e soltanto su prescrizione del medico.

Antistaminico in gravidanza: dosi consigliate e prodotti naturali

Ricordiamo che l’utilizzo di questo farmaco può comportare sonnolenza. Per questo motivo si consiglia di assumere l’antistaminico prima di andare a dormire, secondo le dosi consigliate dal medico.

Per quanto riguarda l’utilizzo di un antistaminico naturale in gravidanza, il Ribes Nero stimola l’organismo a reagire alle infiammazioni producendo cortisone. Le sue proprietà agiscono sia a livello cutaneo sia a livello respiratorio.
Anche la Rosa Canina, contenente molta vitamina C, è efficace, dal momento che rafforza le difese dell’organismo e ha un’azione antiallergica; la vitamina C, infatti, placa il rilascio di istamina (sostanza coinvolta nelle reazioni infiammatorie) in caso di contatto con gli allergeni. Si può assumere con frutta o integratori

L’antistaminico può fare male al feto?

Quali sono le controindicazioni all’utilizzo dell’antistaminico in gravidanza? Numerosi studi hanno dimostrato che, in generale, non vi è alcuna associazione tra l’assunzione di questo farmaco e l’aumento di rischi per il feto.

Tuttavia, tra gli antistaminici in commercio, è meglio scegliere quelli supportati da più studi scientifici in merito alla sicurezza del loro utilizzo in gravidanza (in genere quelli introdotti più di recente si basano sulla raccolta di pochi dati). Va sottolineato ciò perché l’utilizzo di alcuni antistaminici in gravidanza può in effetti comportare dei rischi per il feto e il neonato, specialmente se vengono assunte alte dosi.
In questi casi, l’assunzione può infatti associarsi a un peso neonatale ridotto o a difficoltà respiratoria alla nascita o, ancora, a sedazione in caso avvenga durante l’allattamento; questi effetti sul neonato vanno monitorati attentamente.

Si possono assumere antistaminici in allattamento?

In presenza di rinite allergica, raffreddore, orticaria e dermatite, nella maggior parte dei casi è possibile assumere antistaminici anche in allattamento. Queste indicazioni, però, ancora una volta non devono sostituire il parere del medico, che in base alla storia clinica della donna saprà valutare il trattamento più opportuno.

L’OMS consiglia di allattare il bambino esclusivamente al seno nei primi sei mesi, anche se la madre sta assumendo farmaci contro l’asma o l’allergia. L’allattamento al seno offre molti vantaggi proprio in merito a queste malattie (protegge il bambino dall’asma, dall’allergia al latte vaccino e dalle infezioni dell’apparato respiratorio durante i primi anni di vita).

Alcuni antistaminici, tra i quali la cetirizina in compresse, sono stati trovati  in concentrazioni più basse nel latte materno e sono considerati più sicuri rispetto ad altri. Di nuovo, è bene sottolineare che, prima dell’assunzione, è necessario interpellare il proprio medico, oppure contattare un centro antiveleni (gli specialisti tossicologici della struttura forniranno informazioni sulla compatibilità di ciascun farmaco durante la gravidanza e l’allattamento). 

Immagine per l'autore: Margherita Borgatti
Margherita Borgatti

Lavora come ostetrica negli ospedali bolognesi dal 2018 e conduce corsi di accompagnamento alla nascita. Dal 2020 è professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, per il corso di Laurea in Ostetricia. Ha elaborato e coordinato un progetto, in collaborazione con l’Università di Bologna, di protezione e promozione dell’allattamento al seno, sostenendo a domicilio le mamme con difficoltà nell’avvio dell’allattamento.

Bibliografia

 

Articolo pubblicato il 13/06/2022 e aggiornato il 16/04/2024
Immagine in apertura Revolu7ion93 / iStock

Condividi l'articolo