Bambini e montagna: un connubio vincente

La montagna, più di altri ambienti naturali, si presta a un’attività fisica completa e alla portata di tutti, ma è fondamentale conoscere alcune regole per evitare inutili rischi

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Elena Uga , pediatra
Bambini passeggiano in montagna

Siamo tutti sempre più consapevoli di quanto l’attività fisica sia fondamentale per la salute di adulti e bambini; l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolinea come una giusta dose di attività fisica nell’età della crescita contribuisca allo sviluppo dei muscoli e delle ossa, del sistema cardiovascolare ed endocrino-metabolico. Inoltre favorisce la coordinazione e la capacità di controllo dei movimenti e facilita il mantenimento del peso ideale.

“Attività fisica” non significa solo sport

I nostri bambini incorrono facilmente nel rischio della sedentarietà: le ore trascorse dietro il banco sommate ai compiti a casa e al tempo trascorso davanti a televisore e computer possono impigrire il bambino e condizionarne gli stili di vita presenti e futuri. La stessa OMS ci ricorda però come l’attività fisica non vada necessariamente confusa con lo sport organizzato: per “attività fisica” si intende qualunque movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici utilizzando energia; questa definizione comprende quindi sì lo sport, ma anche qualsiasi forma di esercizio fisico come giocare, camminare, spostarsi a piedi o in bicicletta, salire le scale a piedi, aiutare nei lavori domestici.

L’avvicinamento dei bambini alla montagna può avere un ruolo fondamentale: camminare in montagna permette di svolgere un’attività fisica completa e alla portata di tutti. Inoltre, la camminata in salita attiva i muscoli respiratori, favorisce l’ossigenazione e migliora l’attività cardiovascolare, stimolando il nostro organismo nel complesso.
La montagna e in generale gli ambienti naturali danno modo anche al bambino di migliorare il proprio benessere psicologico: stare a contatto con la natura ci consente di scaricare le tensioni della vita quotidiana, di ascoltare meglio noi stessi e il mondo che ci circonda e di ammirare e imparare a rispettare animali, piante, fiori e colori.

Ridurre al minimo i rischi

Le attività in montagna vengono spesso effettuate in famiglia, in compagnia di amici o con gruppi organizzati, e questo permette ai bambini di fare amicizia e socializzare in un ambiente non competitivo, pur mettendosi alla prova e misurando i propri limiti. L’escursionismo in montagna è dunque un’attività con mille risvolti positivi, ma la montagna va conosciuta e affrontata in sicurezza per non incappare in rischi evitabili.
Spesso la stampa riporta notizie riguardanti incidenti in montagna; a volte la fatalità è inevitabile, ma spesso sono escursionisti inesperti (o superficiali) a cacciarsi nei guai. Per questo motivo, anche per affrontare un’escursione facile è necessario prendere tutte quelle precauzioni che permettano di raggiungere il massimo effetto sportivo, educativo, culturale e di divertimento riducendo al minimo gli eventuali rischi.

Avvicinare i bambini alla montagna

Innanzitutto i genitori che vogliono avvicinare i propri figli alla montagna devono tenere conto delle loro capacità fisiche, rispettandone l’allenamento, il recupero fisiologico e la motivazione. Durante l’escursione è importante mantenere un passo adeguato: all’inizio i bambini, presi dall’entusiasmo, tendono a “correre”, tenendo fin da subito un passo sbagliato (passi troppo lunghi, andatura troppo veloce e incostante): dopo poco avranno esaurito molte delle energie e anche la voglia di salire. Bisogna quindi insegnare loro che fin dalla partenza va adottato un passo tranquillo e il più costante possibile; se ci si trova in quota senza le forze per rientrare si rischia di essere sorpresi dal maltempo o dal buio o si può più facilmente incorrere in incidenti piccoli o grandi dovuti a stanchezza e distrazione. È inoltre importante che il comportamento degli adulti sia di esempio ai ragazzi, in modo che imparino come ci si approccia alla montagna, a partire dai preparativi dell’escursione, dallo zaino all’abbigliamento e all’attrezzatura, fino al comportamento lungo un sentiero: guardare dove si mettono i piedi, seguire in anticipo con lo sguardo il percorso da fare nel caso di sentieri poco visibili, fare attenzione allo scorrere del tempo, non lasciare traccia del proprio passaggio nel pieno rispetto dell’ambiente (non staccare rami, non rovinare piante e fiori, non abbandonare i propri rifiuti ma gettarli negli appositi contenitori una volta giunti a valle).

Affidarsi agli esperti

A volte saper andare in montagna può anche voler dire saper rinunciare: quando il meteo è particolarmente avverso o quando le nostre condizioni fisiche non ce lo permettono: educare è anche insegnare a rinunciare. Per tutti i genitori, anche se esperti e appassionati, portare bambini e ragazzi in montagna può diventare un’esperienza faticosa e frustrante: i ragazzi si lamentano spesso, non hanno voglia di camminare, la salita viene percepita come noiosa. Per questo motivo è più facile affrontare un’uscita in montagna insieme ad altre famiglie con figli: quando i ragazzi sono in compagnia di altri dimenticano la fatica e scherzando, giocando tra loro, saliranno lungo il sentiero senza accorgersene. Nel caso si volesse far avvicinare i ragazzi alla montagna e non si sia sufficientemente esperti, oppure si cerchi un modo per vivere l’esperienza positivamente e in gruppo, si possono contattare le sezioni locali del Club Alpino Italiano: gruppi di Alpinismo Giovanile svolgono attività rivolte a bambini e ragazzi, in cui accompagnatori titolati e qualificati si occupano di “educare” alla montagna e di contribuire alla crescita dei ragazzi facendo vivere loro fantastiche esperienze formative.

Piccole, preziose regole da ricordare

Ecco alcune regole per dedicarsi all’escursionismo con bambini e ragazzi divertendosi in sicurezza:

  • Conoscere il percorso, leggere la carta topografica, le relazioni di chi ci ha preceduto
  • Indossare un abbigliamento adeguato (giacca a vento, pile, guanti, anche in estate); sono indispensabili scarponi o scarponcini per una camminata più sicura su ogni tipo di terreno
  • Non correre: la montagna non è una gara a chi arriva primo. Fermarsi a osservare il panorama
  • Conoscere la montagna significa saper leggere il mutare del tempo, riconoscere i luoghi pericolosi e trovare un passaggio percorribile senza mettersi in pericolo. Non bisogna esitare a tornare indietro o annullare una gita se le condizioni meteo sono sfavorevoli.
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Elena Uga

pediatra, lavora presso l’ospedale S. Andrea di Vercelli e si occupa nello specifico di allergologia, allattamento e ambiente. Dal 2011 collabora come autore per Uppa.

Articolo pubblicato il 17/04/2018 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura _jure / iStock / Getty Images Plus

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