Il seno in gravidanza subisce trasformazioni significative già dalle prime settimane, sotto l’effetto di ormoni come estrogeni, progesterone e prolattina. Questi cambiamenti preparano il corpo all’allattamento, determinando aumento di volume, maggiore sensibilità e modifiche di capezzoli e areole.
In questo articolo descriviamo l’evoluzione del seno nei diversi trimestri, chiarendo i sintomi più comuni come dolore, prurito o secrezioni di colostro, e sottolinea che la forma o la dimensione non incidono sulla futura produzione di latte. Vengono inoltre affrontati aspetti meno frequenti, come la comparsa di noduli benigni o episodi di mastite in gravidanza, e fornite indicazioni pratiche su come alleviare i fastidi con indumenti adeguati, idratazione e supporto professionale in caso di dubbi.
I cambiamenti del seno in gravidanza sono tra i più visibili e percepibili, ma soprattutto iniziano sin dalle prime settimane di gestazione e risultano molto rapidi.
Durante la gravidanza sono tanti i mutamenti che avvengono nel corpo della donna (come ad esempio il peso, di cui parliamo in questo articolo), tutte modificazioni che hanno lo scopo di accompagnare la crescita fetale e di proteggere mamma e bambino fino al parto.
Proprio per queste ragioni anche il seno in gravidanza cambia e comincia ad assumere una forma differente per sostenere al meglio la futura mamma e il suo bambino. Vediamo quindi nel dettaglio come cambia il seno in gravidanza e da quando iniziano i mutamenti.
Il cambiamento del seno in gravidanza è dovuto agli ormoni: estrogeni, progesterone, prolattina e altri sono la causa delle modifiche e giocano ognuno un ruolo specifico nel preparare il corpo all’allattamento.
Durante la gestazione l’aumento di estrogeni stimola il sistema dei dotti a svilupparsi e specializzarsi, il progesterone influenza l’aumento delle dimensioni degli alveoli e dei lobi del seno, e l’ormone lattogeno placentare (HPL, dall’inglese Human Placental Lactogen) rilasciato dalla placenta, è responsabile delle modificazioni di seno, capezzolo e dell’areola che si espandono insieme ai tessuti fibroso e adiposo di sostegno prima del parto. La prolattina e altri ormoni contribuiscono allo sviluppo dei tessuti mammari.
La conseguenza è che, per quanto riguarda l’aspetto visivo, la maggior parte delle donne osserva un aumento del seno in gravidanza. Ma di quanto aumenta il seno in gravidanza? In media cresce, nell’arco di tutta la gestazione, di una misura e mezzo rispetto alla misura originale, ma non si tratta di un dato oggettivo e standard per tutte le donne, dal momento che per molte i cambiamenti possono rilevarsi più o meno accentuati.
Quando cresce il seno in gravidanza? E dopo quanto si vedono i cambiamenti? Già dai primi giorni, o comunque durante le prime settimane e poi nel corso del primo trimestre, i dotti e gli alveoli nel seno crescono rapidamente. La modificazione della struttura del seno che viene messa in atto dall’aumento ormonale fa sì che sia più dolente e i capezzoli più sensibili. Questo sintomo solitamente si attenua dopo il primo trimestre ma può continuare in forma più lieve fino al parto. [1] .
Il cambiamento del seno in gravidanza è così evidente e percepibile che una repentina regressione (seno sgonfio in gravidanza, comunque non dolente) può dare l’idea di una non evoluzione della gestazione.
Ma è bene ricordare che ogni donna è diversa, e la presenza o meno di modificazioni importanti, come ad esempio avere un seno piccolo in gravidanza, non influisce affatto sulla produzione di latte e sulla possibilità di poter allattare il proprio bambino.
Anche durante la gravidanza è necessario continuare le autopalpazioni al seno e fare attenzione a cambiamenti che discostano dalla normalità. La presenza di un nodulo al seno in gravidanza può essere fisiologica in questo periodo ma, se se ne avverte la presenza anche a distanza di 15 giorni, è sempre bene controllarlo ecograficamente e sentire il parere del medico. [4]
A volte (molto raramente) si possono verificare anche in gravidanza quadri di mastite (seno arrossato, tumefatto, dolente, caldo con cute ispessita) dovuti a un mancato riassorbimento del colostro. Solitamente sono situazioni che inducono comunque a sentire il parere di un esperto, sono facilmente risolvibili, e, solitamente, non precludono la possibilità di allattare.
Come già detto, è possibile avvertire dolore (fitte, bruciore) al seno in gravidanza già a partire dal primo trimestre, mentre nel terzo trimestre il seno può essere percepito più pesante e dolente.
Il fastidio è causato dell’aumento di volume e non deve destare preoccupazione, come non deve far preoccupare la futura mamma il prurito al seno, che può essere lenito con l’utilizzo di creme idratanti.
Ma è normale avere dolore al seno in gravidanza? La risposta è assolutamente positiva, anche quando il dolore può essere percepito come una fitta: sono sensazioni normali che non nascondono nessuna patologia ma solamente la laboriosa messa a punto di un meccanismo perfetto.
Sappiamo che il seno è già in piena attività. Il colostro è pronto e può fuoriuscire dai capezzoli. Sarebbe meglio non indossare coppette assorbilatte che potrebbero alterare la flora batterica presente nei capezzoli e impedire la naturale traspirazione e produzione delle sostanze di protezione. [2]
Per diminuire il dolore al seno in gravidanza è possibile utilizzare dei reggiseni senza cuciture, in tessuto morbido e privi di ferretto, per non costringere in poco spazio la pelle che si sta “espandendo”. Se si pratica attività fisica in gravidanza, per non sentire il fastidio di un seno dolorante in movimento si possono indossare reggiseni sportivi morbidi ma di sostegno.
Non sono necessari reggiseni specifici o creme magiche per evitare le smagliature: può essere utile vestire indumenti comodi e idratare il seno anche con semplice olio di mandorle.
Nel secondo trimestre di gravidanza, già a partire dalla 15^ settimana ed entro la 22^, il seno arricchito di nuovi dotti e alveoli inizia a produrre il latte (lattogenesi). Si prepara e si allena per quando ci sarà il bambino, ma questo latte di prova che viene prodotto durante la gravidanza verrà riassorbito dall’organismo e un sistema ormonale molto complesso impedirà la formazione di accumuli o fuoriuscite.
Tuttavia, se dovessero uscire alcune gocce di colostro dal seno non c’è da preoccuparsi: il colostro è un liquido trasparente o giallognolo prodotto dal seno materno già a partire dalla 15^ settimana di gravidanza e rappresenta il primo alimento del neonato prima dell’arrivo della montata lattea.
La fuoriuscita di piccole quantità di liquido trasparente, anche prima del parto, è quindi un fenomeno normale, che può avvenire già dal secondo trimestre anche se è maggiormente riscontrato nel terzo o in prossimità del parto.
A cambiare in gravidanza non è solamente il seno, ma anche i capezzoli che diventano più grandi e più scuri (stesso discorso vale per le areole). Nella donna incinta, oltre ai capezzoli, diventano più evidenti anche i piccoli bozzoli o rigonfiamenti naturalmente presenti sull’areola: i tubercoli di Montgomery, molto importanti per la prevenzione di infezioni e di dolore e prurito ai capezzoli sia in gravidanza sia successivamente durante l’allattamento, dal momento che producono una sostanza oleosa idratante.
Si ritiene, inoltre, che l’odore di questa sostanza prodotta sia molto simile a quello del liquido amniotico e che possa per questo guidare il neonato verso il seno, così come il colore scuro delle areole, dopo la nascita. [3]
Facciamo una piccola parentesi, o se vogliamo un salto in avanti, e vediamo ora come cambia il seno nelle ultime settimane di gravidanza e subito dopo il parto con l’inizio della Lattogenesi, l’inizio della lattazione, che si evolve in tre stadi.
La prima lattogenesi inizia, come abbiamo visto, circa 12 settimane prima del parto, quando le ghiandole mammarie iniziano a secernere colostro (non sempre in maniera percepibile dalla donna). La misura del seno aumenta ancora quando gli alveoli diventano pieni di colostro, ma la presenza di alti livelli dell’ormone progesterone nel sangue della madre inibisce la piena produzione di latte fino a dopo la nascita.
La seconda lattogenesi inizia dopo la nascita, quando la placenta viene espulsa (secondamento). I livelli di progesterone precipitano, mentre i livelli di prolattina rimangono alti. La prolattina è l’ormone principale ai fini della lattazione, ed è a sua volta controllata da ormoni secreti dall’ipofisi, dalla tiroide, dalle surrenali, dalle ovaie e dal pancreas.
I seni sono irrorati da un abbondante flusso sanguigno, che porta molto ossigeno. Due o tre giorni dopo il parto, il latte “arriva”.
La quantità di latte prodotto aumenta rapidamente e la sua composizione gradualmente cambia da colostro a latte maturo. I livelli di sodio, cloruro e proteine nel latte decrescono e i livelli di lattosio e altri nutrienti aumentano. Gradualmente cambia il colore, dal giallo tipico del colostro a un bianco opalescente. Dato che questo processo è controllato dagli ormoni, i seni iniziano a produrre latte sia nel caso la madre stia allattando oppure no.
A questo stadio della lattogenesi è importante allattare a richiesta (e/o estrarre il latte manualmente o con un tiralatte se il bambino non può poppare almeno otto volte nelle 24 ore), perché un allattamento frequente nella prima settimana dopo il parto sembra aumentare il numero di recettori della prolattina nel seno. Un compito del recettore è riconoscere e rispondere a un ormone specifico. Avere più recettori della prolattina rende quindi il seno più sensibile a essa, e i ricercatori credono che questo abbia effetto su quanto latte una madre produrrà nel corso del successivo stadio di lattogenesi.
Il terzo stadio della lattogenesi è anche conosciuto come galattopoiesi. Questo è il momento in cui si stabilizza la produzione di latte maturo. L’elemento cruciale per l’allattamento è il principio di “domanda e offerta”: più una madre allatta, più latte produrrà.
In quale momento della gravidanza iniziano i cambiamenti al seno e quali sono i primi segni?
I mutamenti al seno possono comparire già nelle prime settimane: aumento di volume, tensione, sensibilità e dolore sono frequenti nel primo trimestre. Gli estrogeni stimolano l’ampliamento dei dotti mammari, il progesterone promuove lo sviluppo degli alveoli ghiandolari, e l’ormone lattogeno placentare (HPL) contribuisce ai cambiamenti di dimensione e vascolarizzazione.
È normale notare perdite dai capezzoli durante la gravidanza?
Sì, è possibile. Nella seconda metà della gravidanza (tra circa la 15ª e la 22ª settimana) si può cominciare a produrre colostro, la “primissima” forma di latte. Queste perdite (lievi goccioline) sono fisiologiche e generalmente non devono essere motivo di allarme.
Quando bisogna preoccuparsi per un nodulo o un cambiamento al seno durante la gravidanza?
Anche durante la gravidanza è importante continuare l’auto-esame del seno. Se si avverte un nodulo che persiste per oltre 2-3 settimane, oppure se insorgono arrossamento, gonfiore marcato, dolore intenso o modificazioni significative della pelle, è opportuno consultare il medico, che può prescrivere ecografia mammaria o altri accertamenti.
Come scegliere un reggiseno adatto in gravidanza e prendersi cura del seno?
Durante la gravidanza è utile indossare reggiseni morbidi senza ferretto che non comprimano le mammelle, con spalline larghe e tessuto traspirante. È consigliabile passare a taglie leggermente più grandi mano a mano che il seno cresce. Idratare regolarmente la pelle può aiutare a prevenire smagliature e prurito, utilizzando prodotti sicuri per la gravidanza (oli leggeri, creme emollienti).

Ostetrica, si è occupata a lungo di cooperazione internazionale e di progetti sostegno alle salute delle donne migranti. Dal 2007 al 2009 fa parte del pool di ostetriche che danno vita al Centro nascita “Margherita” dell’Azienda Universitaria di Firenze che si occupa del travaglio e del parto fisiologici a esclusiva conduzione ostetrica. Dal 2014 lavora nell’Ospedale Santa Maria Annunziata nel reparto di Ostetricia e in sala parto.