Perdite post-parto, dalla durata alla gestione

Durante il puerperio compaiono delle perdite fisiologiche che possono presentare caratteristiche diverse. Ecco alcune informazioni per riconoscere le perdite post-parto e a cosa prestare attenzione

Giada Barbirato , ostetrica
donna nel post parto con neonato

Dopo il parto, il corpo della donna ha bisogno di un periodo di ripresa e riassestamento più o meno lungo: l’utero gradualmente torna alle sue dimensioni abituali; il volume ematico cambia; gli organi si riadattano ai nuovi spazi… Una delle conseguenze di queste modificazioni sono le perdite post-parto, che hanno caratteristiche diverse col passare dei giorni, fino alla ripresa totale.

In particolare, durante il puerperio – che inizia subito dopo il parto e termina circa sei settimane dopo, con il ritorno dell’apparato genitale alle condizioni pre-gravidiche – si presentano le cosiddette “lochiazioni vaginali”, che somigliano alle mestruazioni e che richiedono l’utilizzo di assorbenti igienici. Sapere che queste perdite sono fisiologiche può contribuire a rasserenare le donne che affrontano i primi giorni a casa, generalmente intensi e stancanti, e che corrispondono alla prima fase di conoscenza del proprio bambino. 

Ma come capire se le perdite post-parto sono normali? Per riconoscere eventuali campanelli d’allarme e sapere quando rivolgersi a un professionista è necessario monitorare alcune caratteristiche, ovvero la quantità, il colore e la durata.

Quanto durano le perdite post-parto?

Vediamo di capire quando finiscono le perdite dopo il parto. Quando nasce un bambino, dopo il distacco della placenta l’utero continua a rimanere contratto per prevenire perdite di sangue eccessive ed evitare emorragie. È per questo che nelle due ore successive, ovvero nel post-partum, la donna viene monitorata con regolarità.

Linizio delle perdite post-parto avviene già in sala parto ed è un fenomeno normale, dovuto principalmente al distacco della placenta e ai residui di “decidua” (la mucosa dello strato interno dell’utero), di liquidi e membrane. Il processo continua per settimane, finché l’utero torna alle sue dimensioni d’origine.

La durata delle perdite post parto è soggettiva e variabile, ma nella maggior parte dei casi non supera i 40 giorni, momento che corrisponde generalmente alla fine del puerperio. 

Come si presentano le perdite post-parto?

Le caratteristiche delle perdite post-parto sono diverse e proprio per questo devono essere conosciute: si possono avere delle perdite post-parto acquose, o intermittenti nel corso della giornata e possono avere  un odore sgradevole. Alcune donne descrivono la sensazione di “un flusso continuo”, altre di un fiotto di sangue che fuoriesce all’improvviso. 

Le perdite post-parto (cesareo o naturale) possono essere più o meno abbondanti nei primi giorni e aumentare in corrispondenza delle poppate per le donne che allattano, in risposta alla produzione dell’ossitocina, un ormone che fa contrarre l’utero e le ghiandole mammarie e che viene stimolato dalla suzione del neonato. Le  contrazioni stimolate dall’ossitocina – chiamate in questa fase “morsi uterini” –  proteggono dal rischio di emorragie post-partum e  sono favorite dalla suzione del bambino attaccato al seno materno, fin dalle prime ore in sala parto; è anche per questo motivo che il contatto pelle a pelle, ad eccezione dei rari casi in cui non è possibile, dovrebbe essere effettuato subito dopo la nascita.

Più nel dettaglio, in genere nei primi giorni dopo il parto le perdite sono simili a una mestruazione abbondante (non come il capoparto, il primo ciclo dopo la gravidanza), colore rosso vivo, con possibile presenza di piccoli coaguli. Dopo circa cinque giorni cambiano in termini di quantità e aspetto: il colore vira verso un rosso-marrone e sono meno abbondanti di una mestruazione. Successivamente le perdite post-parto diventano sempre più chiare, da giallo a bianco, e di consistenza cremosa.

Quando preoccuparsi delle perdite post parto? 

Capire se e quando preoccuparsi delle perdite post-parto può aiutare le donne nel periodo del puerperio.

L’emorragia post-partum dopo la dimissione dall’ospedale non è un evento comune, ma è importante saperla riconoscere per allertare, in caso, immediatamente il medico. È importante chiamare il medico quando si hanno perdite abbondanti, a flusso continuo, o in presenza di numerosi coaguli, sono spia di una situazione che richiede una valutazione al più presto. Anche in assenza di perdite anomale, ma in presenza di sintomi come giramenti di testa, dolore al basso ventre, estrema stanchezza, febbre, pressione bassa e tachicardia, è bene consultare lo specialista di riferimento. 

Un altro evento da prevenire è quello dell’infezione nel corso del puerperio. In questo caso, perdite post-parto maleodoranti e colore tendente al verde sono le caratteristiche a cui prestare attenzione.

Per qualsiasi dubbio o variazione improvvisa delle perdite, la donna deve sentirsi libera di chiedere supporto al personale sanitario, senza timore di aver sbagliato la propria valutazione o di creare disagi. 

Come gestire le perdite del post-partum? I consigli dell’ostetrica

In un periodo delicato come quello del puerperio, la donna ha bisogno di una rete di supporto, in modo tale da poter dedicare del tempo al proprio benessere. È in questo modo che potrà seguire i consigli dell’ostetrica e del medico, al fine di poter prevenire e riconoscere le problematiche legate alle perdite-post parto.

Ecco alcuni consigli per la gestione delle perdite post-parto:

  • Mantenere una buona igiene intima, utilizzando un detergente intimo delicato a ph neutro al massimo due volte al giorno e lavare delicatamente con acqua corrente al bisogno. Dopo i lavaggi tamponare con un asciugamano morbido senza strofinare.
  • Cambiare spesso assorbente.
  • Lavare le mani prima e dopo i cambi.
  • Usare abbigliamento intimo possibilmente di cotone traspirante.
  • Valutare le caratteristiche delle perdite con attenzione.
  • Eseguire una visita di controllo a fine puerperio (circa 40 giorni dopo il parto).
Giada Barbirato

Ostetrica e giornalista scientifica, lavora attualmente nella Sala Parto dell’Ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, dove si occupa dell’assistenza al travaglio e al parto fisiologici e dell’assistenza neonatale e nel puerperio.

Articolo pubblicato il 11/11/2022 e aggiornato il 12/03/2024
Immagine in apertura NataliaDeriabina / iStock

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