Brodo vegetale in svezzamento, fonte nutrizionale o semplice abitudine?

Il brodo vegetale, una delle preparazioni più semplici e consolidate nella nostra cultura, non contiene molte sostanze nutritive. Eppure, seguendo la tradizione, molti genitori lo ritengono ancora un primo passo obbligato per iniziare lo svezzamento

Federica Ruffolo , biologa nutrizionista
bimbo mangia pappa preparata con brodo in svezzamento

Il brodo vegetale in svezzamento per lungo tempo è stato l’alimento con cui iniziare il percorso verso i cibi solidi. Alcuni pediatri, sostenitori dello svezzamento tradizionale, ritengono ancora sia necessario introdurre in maniera graduale e selezionata gli alimenti, partendo da quelli dal gusto più familiare al lattante, ovvero il dolce. Inoltre, nelle prime fasi dello svezzamento tradizionale si faceva attenzione a non offrire cibi potenzialmente allergizzanti, restringendo la scelta verso pochi alimenti. Risultati di ricerche più recenti hanno però messo in dubbio questo approccio, mostrando che il contatto precoce con i diversi alimenti riduce il rischio che si instaurino allergie. 
Con l’autosvezzamento, invece, si abbattono queste barriere, e il  bambino resta più libero di assaggiare i diversi alimenti che i genitori di volta in volta gli propongono.

Per un lunghissimo periodo il primo alimento consigliato, secondo le tabelle utilizzate nello svezzamento tradizionale, è stato il brodo vegetale, una preparazione che avrebbe dovuto avvicinare il bambino al cibo degli adulti ma che, di fatto, ha ben poco di appetitoso e nutriente. Ma perché si usava proprio il brodo durante lo svezzamento? È davvero indispensabile? 

Brodo vegetale durante lo svezzamento: è davvero necessario?

Perché cominciare lo svezzamento con il brodo vegetale? A cosa serve questo alimento? Il brodo vegetale è una delle preparazioni più semplici e consolidate nella nostra cultura, che conoscono bene tutte le mamme e nonne e che resta un comfort food anche in età adulta, soprattutto in inverno. 

Il brodo vegetale è molto utilizzato nello svezzamento tradizionale dal momento che rappresenta la base per la preparazione delle prime pappe. Essendo stato per lungo periodo l’ingrediente principale per la preparazione dei primissimi piatti dei bambini si sono consolidate nel tempo moltissime “regole” e ricette per la sua preparazione: per alcuni il brodo vegetale nello svezzamento inizialmente si deve preparare con un solo ortaggio, di solito la carota, da sbollentare in un litro d’acqua; secondo altre scuole di pensiero invece si possono utilizzare anche tre verdure alla volta (carota, zucca e porro in inverno; zucchina, cipolla, carota in estate), sostituendo a rotazione un solo ortaggio alla volta con uno di stagione. 

In ogni caso il brodo vegetale, fatto cuocere a lungo, viene filtrato e offerto al bambino escludendo la verdura con cui è stato preparato. Il brodo vegetale preparato potrà poi essere conservato per circa un mese nel freezer.
Ma perché si consiglia di filtrare il brodo? Semplicemente per ridurre al minimo la presenza di fibra nella pappa, ritenuta da alcuni pediatri limitante per l’assorbimento di altre sostanze. 

Secondo i sostenitori dello svezzamento tradizionale, il brodo così preparato potrà quindi essere usato per sciogliere le creme di cereali, diventando la la base per la preparazione dei baby food. Si consiglia  in tal modo, per la ricetta del brodo vegetale in svezzamento, di usare verdure fresche e di stagione, per poi andare a condire alimenti industriali e processati.
Due concetti molto lontani tra di loro che risultano un po’ in contraddizione: se da un lato infatti si raccomanda di fare attenzione alla qualità delle verdure per il brodo dello svezzamento, dall’altra si offrono poi prodotti liofilizzati e privi di sapori che non stimoleranno le capacità sensoriali del bambino e che perdono molti nutrienti durante i processi di produzione industriale. 

Brodo vegetale: quali nutrienti contiene? 

Andiamo adesso ad approfondire quali sono le caratteristiche nutrizionali delle verdure che più spesso sono usate per il brodo vegetale, per avere tutti gli elementi e poter rispondere alla domanda che ci poniamo dall’inizio: «Ma il brodo vegetale è davvero indispensabile nello svezzamento?».

Tra le principali verdure consigliate per la ricetta del brodo vegetale in svezzamento troviamo la carota. Si tratta di un ortaggio ricco di acqua (circa 89%), che contiene circa il 10% di carboidrati e meno dell’1% di proteine, la fibra si aggira invece intorno all’1,2%. La dolcezza di questo alimento deriva dal suo contenuto di zuccheri (glucosio e saccarosio). Inoltre, le carote arancioni contengono alfa e beta carotene, che si trasformano in vitamina A nel corpo umano. A tal proposito occorre però fare attenzione alla cottura, poiché le alte temperature danneggiano il beta carotene, che si conserva invece meglio a cotture blande e per tempi non molto lunghi.

Altre verdure molto usate nelle ricette del brodo vegetale per lo svezzamento sono le zucchine e la zucca, ricchissime di acqua (94%), povere di proteine, prive di grassi e con pochi carboidrati (principalmente amidi); in definitiva hanno un basso contenuto di macronutrienti. La zucca arancione, però, contiene beta-carotene, alfa-carotene, luteina e violaxantina in quantità. Porro e cipolla, invece, ortaggi spesso inseriti nel brodo dello svezzamento, sono ricche d’acqua (90%), povere di grassi (0,2%) e hanno poche proteine e amidi. La cipolla contiene antiossidanti come le antocianine e la quercetina, che fanno molto bene al nostro organismo. Inoltre, il porro è ricco di potassio e contiene tutti gli amminoacidi.

Spesso viene consigliato di cuocere il brodo vegetale con una lenta e prolungata bollitura, in modo da far passare sostanze presenti nei vegetali utilizzati nell’acqua di cottura (solo quelle non sensibili al calore). Quindi il brodo sarà costituito da sali minerali, vitamine liposolubili (cioè che sono resistenti al calore ma hanno bisogno di grassi per essere assorbite) come le vitamine A, K ed E, mentre saranno assenti le vitamine idrosolubili (che si degradano al calore).

Il brodo vegetale è davvero utile durante lo svezzamento?

Dal punto di vista nutrizionale il brodo vegetale non contiene quindi molte sostanze nutritive. Come i vegetali con cui si fa, contiene però la clorofilla, e dunque il manganese, molto utile per il sistema nervoso, ma si deve tener conto che questa sostanza è presente anche nelle verdure fresche o cotte al vapore che possono essere offerte al bambino effettuando dei tagli sicuri.

La fibra andrebbe limitata in questo momento della crescita, per consentire all’intestino di assorbire macro e micronutrienti importanti, in particolar modo ferrozinco. Proprio il ferro è il nutriente più critico in questa fascia d’età. Dopo i primi 6 mesi di vità, infatti, il latte materno da solo non basta per coprire il fabbisogno di questo elemento, non perché ne sia privo, ma perché il fabbisogno in questa fase aumenta notevolmente. 

Ma attenzione, non si deve commettere l’errore di limitare gli alimenti contenenti fibra per questo motivo. La fibra infatti, restando indigerita, favorirà l’accumulo di acqua a livello intestinale e quindi manterrà le feci morbide e ridurrà il rischio di stitichezza, frequente quando si cambia alimentazione.

Ma quindi il brodo vegetale è utile nello svezzamento? Come abbiamo accennato non contiene molte sostanze nutritive e le uniche presenti necessitano di un veicolo per essere assorbite, ovvero una parte grassa, che di solito è costituita dall’olio aggiunto in seguito. Attraverso l’olio extravergine d’oliva il bambino riceve acidi grassi essenziali che il nostro corpo non può produrre da solo (omega-6 e omega-3). Anche l’olio di semi di lino è ricco di omega-3, per questo viene suggerito come condimento.

Brodo di carne e svezzamento

E invece il brodo di carne in svezzamento quando si può proporre? In base a quanto prevede lo svezzamento tradizionale il brodo di carne dovrebbe essere proposto solo dopo i 9 mesi – preparandolo inizialmente con carni bianche e successivamente con carni rosse – per consentire una maggiore digeribilità. Sebbene il brodo di carne, oltre a grassi e piccole quantità di ferro, contenga molte più proteine rispetto al brodo vegetale, si tratta comunque di un apporto poco significativo.

Oggi però sappiamo che non è necessario seguire alcuna rigorosa tabella, schemi precisi e ricette standard. Ciò su cui bisogna concentrarsi sono i segnali inviati dal bambino, che è in grado di farci capire per quali alimenti è pronto e in che momento della sua vita, grazie all’interesse dimostrato verso il cibo quando siede a tavola con la famiglia. L’autosvezzamento permette quindi di assecondare molto di più la volontà del bambino, mettendo da parte, se lo si desidera, ricette per il brodo vegetale e di carne in questa fase della vita. Con questa modalità di svezzamento sarà il bambino stesso a voler conoscere il “cibo dei grandi”, tentando  di imitare mamma e papà. Per questo dobbiamo concentrarci di più sulla scelta del cibo da portare a tavola per tutta la famiglia, seguendo tutti un’alimentazione sana ed equilibrata, fatta di cibi di stagione e il più variegata possibile.

Autosvezzamento e brodo vegetale

Il concetto espresso nel precedente paragrafo è alla base dell’autosvezzamento, che non prevede schemi rigidi di introduzione degli alimenti e cerca di far conoscere al bambino il cibo degli adulti attraverso il tatto, il gusto, l’olfatto e il gioco.

Il brodo vegetale nell’autosvezzamento quindi non è bandito a priori, perché è una preparazione tipica della nostra dieta, spesso presente sulle nostre tavole in inverno. Però, a differenza dello svezzamento tradizionale, non viene servita solo la parte liquida, ma anche le verdure, che vengono proposte al piccolo in modo che le possa assaporare in maniera sicura. Il bambino inizierà così a mangiare il suo piatto con le mani o con un cucchiaino, scoprendo da solo i nuovi sapori e la nuova consistenza (non più liquida come il latte materno).

Brodo vegetale sì o no?

In conclusione, il brodo vegetale non è un elemento essenziale dello svezzamento, come invece si è pensato per moltissime generazioni. Potremmo definirlo un comfort food, più per i genitori che per i bambini, perché è facile da preparare, si fa così da sempre e, di certo, non ha mai fatto male a nessuno.
La scienza dell’alimentazione però ci insegna a capire cosa è nutriente e cosa non lo è, cosa mangiare per il solo gusto di mangiare e cosa invece è utile per il nostro organismo. Il brodo vegetale, lo ribadiamo, non è indispensabile per il suo apporto di elementi nutritivi, né di energia, sebbene possa essere un ottimo compagno nelle cene invernali. Gli ortaggi utilizzati, come sopra descritto, contengono principalmente acqua e vitamine che però vengono in parte perse con la cottura. Dunque, bene usarlo per amalgamare altre preparazioni, ma attenzione a considerarlo un alimento nutriente.
Per una sana alimentazione durante lo svezzamento o l’autosvezzamento è senza dubbio meglio proporre le verdure cotte al vapore o crude (quando possibile) che non vengono immerse nell’acqua e che così trattengono vitamine, antiossidanti e sali minerali.

Federica Ruffolo

biologa nutrizionista, si occupa principalmente di allattamento, nutrizione in gravidanza e nella prima infanzia, e cura dell’obesità.

Bibliografia
  • L. Proietti, S. Bietolini, I primi 1000 giorni, Macro, 2016, pp. 106-115.
  • Dario Bressanini, La scienza delle verdure, Gribaudo, 2020, pp. 23-141-159 .
  • Silvia Goggi, La mia famiglia mangia green, Edizioni Sonda, 2019, p.65.
Articolo pubblicato il 04/07/2022 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura MachineHeadz / iStock

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