L’autosvezzamento (tecnicamente “alimentazione complementare a richiesta”) consiste nel rimettere il bambino al centro dello svezzamento, affidandosi alla sua capacità innata di autoregolazione e fidandosi delle sue competenze. È inoltre un’occasione per migliorare la dieta, e quindi la salute, di tutta la famiglia.
Lo stile alimentare dei genitori influenzerà quello del proprio bambino, per cui è rilevante fare scelte salutari nel momento dell’acquisto dei cibi; ad esempio prediligendo gli alimenti a filiera corta, dando preferenza ai vegetali piuttosto che ai derivati animali, proponendo al bambino numerose porzioni al giorno di frutta e verdura di stagione, e limitando l’assunzione di zuccheri semplici.
È dimostrato che le esperienze alimentari precoci hanno un ruolo centrale nella varietà della dieta dei bambini più grandi, per cui esporre i bambini dal sesto mese di vita in poi a tutta la varietà dei sapori contribuirà a un’alimentazione più varia e più sana.
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Le raccomandazioni dell’OMS sullo svezzamento non comprendono tabelle, schemi o orari da seguire, ma di allattare in modo esclusivo al seno fino a 6 mesi e di cominciare poi gradualmente a offrire del cibo complementare mantenendo comunque l’allattamento anche fino ai 2 anni e oltre
Quella dello svezzamento è una tappa complicata ma destinata ad andare bene in ogni caso. Ecco per voi alcune ricette veloci e sane
In passato si credeva che lo svezzamento dovesse cominciare in un momento preciso e consistesse nel passaggio immediato all’alimentazione solida. Ma le cose non stanno così, si tratta di un processo graduale e più o meno lungo in cui a dettare i tempi è il bambino
Favorire l’autosvezzamento attraverso una corretta educazione alimentare e trasmettendo tranquillità al bambino fa parte di quel processo necessario in cui i genitori sostengono il proprio figlio nella lenta conquista della fiducia nel mondo
Omogeneizzati e altri baby food vengono proposti sul mercato come alternativa all’autosvezzamento. Ma una dieta sana accompagnata dal latte materno è la scelta migliore per soddisfare le esigenze energetiche e nutrizionali del bambino e per educarlo a un’alimentazione sana
Non esistono evidenze scientifiche a supporto dell’idea che il baby food sia migliore di una sana dieta mediterranea. La strada migliore è la tutela dell’ambiente e del cibo di tutti: meno inquinanti e meno esposizione del feto in gravidanza e del neonato allattato al seno
Se nel delicato periodo dello svezzamento impariamo a cogliere i segnali e il “linguaggio” dei bambini, potremmo capire cosa ne pensano di pappe e pappette
Intorno ai sei mesi di vita il bambino è pronto per autosvezzarsi: sedersi a tavola con i genitori e cominciare ad assaggiare il cibo dei “grandi”. Sull’autosvezzamento, però, esistono diversi miti da sfatare
Al momento dello svezzamento, i bambini posseggono un’istintiva capacità di adattare la dieta alle proprie individuali necessità. Basta seguire pochi semplici passi per favorire questo processo e introdurre un’alimentazione varia, sana e corretta
La familiarità è il fattore più importante nel delineare le scelte alimentari che accompagneranno il bambino anche da adulto. È per questo che lo svezzamento va considerato come un momento importante: è lì che si incontrano la predisposizione al gusto del piccolo e la cultura culinaria dei “grandi”
Intorno ai 6-7 mesi di vita l’apparato digerente del bambino è sufficientemente maturo per digerire i normali alimenti preparati in casa. Sarà bene assecondare i suoi segnali di interesse nei confronti del pasto dei grandi, offrendogli piccoli assaggi di ciò che si sta mangiando