Cibo e soffocamento: le misure per minimizzare i rischi

Può capitare che il cibo, invece di essere deglutito, venga aspirato nelle vie aeree o le occluda del tutto. Cosa possiamo fare per ridurre questo rischio? Ecco alcune semplici regole da seguire

Immagine per l'autore: Sergio Conti Nibali
Sergio Conti Nibali , pediatra e consulente scientifico di Uppa
Bambino mangia una fragola

Il soffocamento è una delle principali cause di morte del bambino e il periodo più critico è quello che va da 0 a 4 anni. Una delle principali cause di soffocamento? Il cibo; ossicini di pollo e lische di pesce (32% dei casi), noccioline (22%) e semi (16%) sono gli alimenti che causano più spesso incidenti.

La gravità dei sintomi è legata alla forma, alla consistenza e alle dimensioni del cibo ingerito: per esempio i wurstel, per via della loro consistenza e forma arrotondata, rappresentano uno degli alimenti più pericolosi. Insomma, bisogna sapere quali sono i cibi che richiedono maggiore attenzione e come prepararli al fine di minimizzare il rischio di soffocamento.

Cose da sapere

L’elevata incidenza di episodi di soffocamento è dovuta al fatto che il bambino ha vie respiratorie di piccolo diametro, una scarsa coordinazione tra masticazione e deglutizione dei cibi solidi, una dentizione incompleta (i molari, necessari per ridurre il cibo in un bolo liscio, crescono intorno ai 30 mesi), una frequenza respiratoria elevata, e tende a svolgere più attività contemporaneamente (per esempio mangia mentre corre, gioca, parla, guarda la TV o il tablet).

Gli alimenti piccoli (noccioline e semi) e quelli troppo grandi (pezzi di frutta e verdura cruda) sono pericolosi in quanto i primi rischiano di finire nelle vie respiratorie prima che il bambino riesca a morderli, mentre i secondi sono difficili da gestire durante la masticazione. I cibi con le forme tonde (ciliegie e uva) o quelli con forme cilindriche (wurstel e carote) sono quelli a maggior rischio di essere aspirati e, nelle situazioni più gravi, possono ostruire completamente il passaggio dell’aria. Sono pericolosi anche gli alimenti di consistenza dura (carote), quelli appiccicosi (burro d’arachidi), quelli fibrosi (sedano) e quelli comprimibili (wurstel e marshmallow).

Mangiare tutto sì, ma prestando cautela

Non si vuole certo far passare il messaggio che i bambini non debbano mangiare le ciliegie, l’uva o le carote, ma questi cibi vanno offerti in maniera tale da minimizzare il rischio di soffocamento. Basterà osservare semplici regole nella loro preparazione, in modo da modificarne la forma (tagliare gli alimenti cilindrici a listarelle o quelli tondi in quarti), la consistenza (eliminare nervature e filamenti o cuocere i cibi fino a quando diventano morbidi) e le dimensioni (tagliare in pezzi piccoli o tritare/grattugiare). Potete approfondire regole e accorgimenti per ridurre i rischi di soffocamento leggendo il nostro articolo sui tagli sicuri per lo svezzamento.

Infine una regola che riassume anche le altre: quando possibile, è meglio consumare i pasti tutti insieme intorno a un tavolo, perché, oltre a essere un momento di incontro per tutta la famiglia, rappresenta, per i più piccoli, l’opportunità di osservare (e imparare) a mangiare in modo corretto.

Le regole principali

Vi sono delle semplici regole di comportamento che, se osservate con scrupolo, diminuiscono il rischio di soffocamento:

  1. Il bambino deve mangiare a tavola, seduto con la schiena dritta, e non deve mangiare se gioca, è distratto da TV o videogiochi, corre o si trova in macchina.
  2. A casa come al ristorante, durante i pasti bisogna creare un ambiente rilassato e tranquillo e non dare alimenti al bambino mentre sta piangendo o ridendo.
  3. Il bambino non va lasciato da solo mentre sta mangiando e va incoraggiato a mangiare lentamente, a fare bocconi piccoli e a masticare bene prima di deglutire.

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Sergio Conti Nibali

pediatra, è responsabile del gruppo nutrizione dell’Associazione Culturale Pediatri e fondatore dei “No Grazie”. È tutor e valutatore per l’iniziativa “Insieme per l’allattamento” dell’UNICEF. È stato direttore di Uppa magazine tra il 2016 e il 2021, è autore di oltre duecento pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali e membro del comitato editoriale di «Quaderni ACP».

Articolo pubblicato il 15/05/2020 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura olesiabilkei / iStock

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