Cistite in gravidanza, dai sintomi alle cure

Si tratta di un’infezione piuttosto comune in gravidanza che comporta diversi fastidi all’apparato urinario e non solo. Esistono tuttavia cure efficaci e sicure anche durante la gestazione, che permettono di estirpare il batterio e risolvere i sintomi

Immagine per l'autore: Margherita Borgatti
Margherita Borgatti , ostetrica e docente
donna con cistite in gravidanza si tocca la pancia

La cistite è un’infiammazione della vescica causata generalmente da un’infezione batterica, che può portare dolore e altri disturbi. Questa infezione del tratto urinario è molto comune nella popolazione femminile e sono soggette a questa infiammazione soprattutto le donne in gravidanza

Le donne sono maggiormente colpite dalla cistite, in gravidanza e in generale nella loro vita, per via della conformazione del loro apparato urinario. Infatti l’uretra (il condotto che trasporta l’urina all’esterno) delle donne è più corta di quella dell’uomo ed è più vicina all’ano, per cui è più facile il passaggio dei batteri, che vivono normalmente nell’intestino, nella vescica. 

Ora che abbiamo chiarito cos’è la cistite, rispondiamo ad alcune delle domande più frequenti sulla cistite in gravidanza, approfondendo come si riconosce e quali sono le cure per questa infezione nei mesi di gestazione.

Sintomi della cistite in gravidanza 

«Dottoressa, ho un forte bruciore intimo e mi fa male fare pipì, cosa potrebbe essere?» chiede Mara, incinta della sua seconda bambina e alle prese con una fastidiosa infiammazione, che la spinge a chiedersi se non siano i sintomi della cistite in gravidanza

Iniziamo dicendo che i sintomi principali di questa infiammazione sono comuni a tutte le donne, siano esse in gravidanza o meno, e possono essere:

  • dolore acuto o bruciore quando si urina;
  • senso di tensione vescicale;
  • bisogno urgente e frequente di urinare;
  • sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
  • dolore al basso ventre;
  • produzione di urina torbida, scura o maleodorante;
  • presenza di sangue nelle urine;
  • malessere generale e stanchezza;
  • febbre (non in tutti i casi).

La presenza di batteri a livello genitale può tuttavia essere asintomatica ed essere rivelata solo attraverso un esame delle urine di routine. Per questo motivo nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza viene raccomandata l’esecuzione di un’urinocoltura, che verrà prescritta dal medico. Questo esame ha proprio l’obiettivo di ricercare la presenza di ceppi batterici, anche nelle donne che non manifestano sintomi specifici della cistite o di altre infiammazioni urinarie, così da iniziare un trattamento specifico. 

Quali sono le cause della cistite in gravidanza?

«Perché mi è venuta la cistite in gravidanza? Avrò sbagliato qualcosa nell’igiene intima?» continua a domandarsi Mara dopo l’esito dell’urinocultura che le ha diagnosticato l’infezione. Le cause della cistite in gravidanza sono da ricercare nei cambiamenti fisiologici del corpo della donna, non è quindi una questione di “errori” nell’igiene intima o del modo in cui ci si prende cura di sé.

Durante la gravidanza l’utero aumenta progressivamente le sue dimensioni andando a comprimere la vescica e le vie urinarie. Nel frattempo anche gli ormoni giocano il loro ruolo: il progesterone rilassa la muscolatura, compresa quella delle pareti vescicali. Questi due fenomeni facilitano il ristagno dell’urina e ciò fa sì che i batteri presenti in questo liquido abbiano maggiori possibilità di provocare un’infiammazione della vescica

Per far capire quanto le cause della cistite in gravidanza siano legate ai cambiamenti fisiologici del corpo della donna basti pensare che in circa 8 casi su 10 il tipo di batterio identificato nelle urine è l’Escherichia coli. Questo batterio è normalmente presente nel nostro intestino, ma per i cambiamenti del corpo, durante la gestazione, ha una maggiore facilità di risalire nella vescica attraverso l’uretra. Ecco quindi spiegata la causa della diffusione della cistite in gravidanza! 

Come curare e prevenire la cistite in gravidanza

In caso di sintomi sarà bene iniziare a curare la cistite in gravidanza subito dopo aver raccolto il campione di urine per l’esame colturale, in attesa dell’esito dell’esame stesso. È importante evitare in ogni caso il fai da te e affidarsi al proprio medico per la terapia antibiotica da seguire; il proprio dottore prescriverà non solo il farmaco più opportuno in base al caso e ai sintomi, ma terrà anche conto delle settimane di gestazione in cui ci si trova e di eventuali problemi precedenti. 

Fra gli antibiotici più indicati per la cistite in gravidanza ci sono la fosfomicina e la nitrofurantoina (da non usare però vicino al termine della gravidanza), perché efficaci contro Escherichia coli (l’agente batterico più frequente) e sicuri in gravidanza. Si tratta di farmaci per i quali non sono state riportate segnalazioni di maggiori rischi durante la gestazione, ma che comunque dovranno essere prescritti dal proprio medico curante

Terminata la terapia antibiotica, il ginecologo di riferimento consiglierà alla gestante di ripetere un esame colturale urinario di controllo a distanza di almeno 7 giorni, per verificare l’efficacia della cura. Sarà importante assicurarsi di aver eliminato completamente il germe e risolto l’infiammazione. In caso l’infezione non sia curata, infatti, esistono  rischi per il feto e per la mamma  che non devono essere sottovalutati. Una cistite non trattata aumenta infatti il rischio di parto prematuro, di rottura delle membrane prima del tempo e di un neonato con basso peso alla nascita. 

È invece possibile prevenire la cistite in gravidanza? Esistono  strategie per provare a ridurre il rischio di contrarre l’infezione? Come abbiamo detto in precedenza la cistite in gravidanza è un disturbo molto comune per i cambiamenti ormonali e fisiologici della donna, ma è comunque possibile provare a prevenirla.  Ecco quindi alcuni semplici consigli che si possono attuare:

  • urinare non appena si avverte lo stimolo e svuotare sempre completamente la vescica;
  • bere molta acqua, per limitare la moltiplicazione batterica nella vescica;
  • detergere le parti intime partendo dalla parte anteriore verso quella posteriore (ano);
  • indossare biancheria intima in cotone, evitando invece i materiali sintetici.
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Margherita Borgatti

Lavora come ostetrica negli ospedali bolognesi dal 2018 e conduce corsi di accompagnamento alla nascita. Dal 2020 è professoressa a contratto presso l’Università di Bologna, per il corso di Laurea in Ostetricia. Ha elaborato e coordinato un progetto, in collaborazione con l’Università di Bologna, di protezione e promozione dell’allattamento al seno, sostenendo a domicilio le mamme con difficoltà nell’avvio dell’allattamento.

Bibliografia
  • AA.VV., Williams Ostetricia, Piccin, 2018 .
  • Ministero della Salute, Linee Guida Gravidanza fisiologica, «salute.gov.it», 2011. 
  • Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna, Batteriuria asintomatica, «saperidoc.it», 16 giugno 2022. 
  • Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna, Infezioni delle basse vie urinarie nella donna in gravidanza, guida rapida 2010, settembre 2010.

 

Articolo pubblicato il 11/07/2022 e aggiornato il 16/04/2024
Immagine in apertura globalmoments / iStock

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