Come funziona l’allattamento a richiesta

Fin dalla nascita, il meccanismo di fame e sazietà è ben sviluppato e il neonato è competente nel regolare la quantità di latte in base alle sue esigenze. Assecondare i suoi bisogni favorisce una corretta produzione di latte e lo sviluppo di buone pratiche alimentari anche in futuro

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Natalia Camarda , pediatra e consulente IBCLC
Madre allatta a richiesta neonato

Secondo i “10 passi” sviluppati nel 1991 da UNICEF e OMS per gli operatori sanitari che si occupano del percorso nascita e che sostengono le mamme nell’allattamento, l’allattamento a richiesta andrebbe sostenuto «tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento».

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Questa raccomandazione, però, può suscitare dei sentimenti di ansia e preoccupazione nelle future mamme: «Vuol dire che dovrò stare sempre a sua disposizione?», «Perderò la mia libertà?», si domandano alcune di loro. In realtà è utile sapere che oggi si raccomanda non solo l’allattamento a richiesta, ma anche un’alimentazione a richiesta quando il bambino è nutrito con formula artificiale (è quello che spesso viene erroneamente definito “allattamento artificiale a richiesta”), anche se in questo caso è necessario controllare più attentamente la crescita del lattante e porre dei limiti massimi giornalieri, dato il rischio di sovralimentazione in alcuni bambini (ne abbiamo parlato anche in questo articolo).

Ma vediamo di seguito perché l’allattamento a richiesta è così importante.

Allattamento a richiesta: come funziona?

Quando parliamo di allattamento a richiesta, intendiamo un allattamento a orario? Scegliere l’allattamento a richiesta significa saper riconoscere i segnali di fame del bambino e attaccarlo al seno tutte le volte che il piccolo lo richiede. A tal proposito, durante gli incontri di accompagnamento alla nascita, pongo sempre questa domanda: «Noi adulti sentiamo l’esigenza di mangiare sempre a un orario preciso e lo facciamo con lo stesso appetito, o piuttosto apriamo il frigo quando ne sentiamo la necessità e non sempre con lo stesso obiettivo?». 

La risposta è semplice: a volte abbiamo solo sete e prendiamo un po’ d’acqua, altre volte invece la fame è talmente tanta che non badiamo neanche a ciò che prendiamo pur di soddisfare il nostro appetito. Con il neonato funziona più o meno allo stesso modo – anzi, molto meglio! – e sarà quindi importante fidarsi fin da subito delle sue capacità, dal momento che, a dispetto di ciò che comunemente si pensa, il suo meccanismo di fame e sazietà è ben sviluppato già dalla nascita. 

Il piccolo è assolutamente competente nel capire quando ha fame e quando è sazio, e di conseguenza sa regolare la quantità di latte in base alle sue esigenze. I suoi segnali di fame sono facilmente riconoscibili, in quanto indirizzati alla ricerca del seno (apre la bocca, solleva le palpebre, emette suoni, tira fuori la lingua, gira la testa). 

L’allattamento a richiesta, ogni quanto (ogni quante ore) deve avvenire? I genitori devono aspettarsi che le richieste del bambino siano molto frequenti, soprattutto all’inizio, quando l’allattamento a richiesta può essere continuo. Generalmente, almeno dalle 8 alle 12 volte nelle 24 ore. Quando il piccolo è sazio, dopo aver preso anche la parte grassa del latte, ovvero quella di fine poppata, lascia il seno soddisfatto.

Allattamento a richiesta: pro e contro

Ovviamente, ci sono valide motivazioni alla base del perché si raccomanda l’allattamento a richiesta. I benefici e le ripercussioni sul benessere del bambino sono infatti innumerevoli. Cominciamo col dire che la produzione di latte da parte delle mammelle si avvia in modo spontaneo e involontario per meccanismi esclusivamente ormonali già intorno al quarto mese di gravidanza. Alla nascita, già dopo i primi giorni, si avvia una produzione abbondante di latte – conosciuta come “montata lattea” – grazie soprattutto alla prolattina; i livelli di questo ormone, nella fase iniziale, sono così alti che potrebbero soddisfare le necessità di più neonati.

Successivamente, la produzione entra in una fase di calibrazione in cui la quantità di latte “si adegua” alla richiesta del bambino, secondo un semplicissimo meccanismo di domanda-offerta: più il bambino poppa, più latte si produce, e viceversa. Oltre che semplice, questo meccanismo è anche delicato e sensibile a ogni interferenza, ad esempio la separazione del neonato dalla mamma, la decisione di allattare a orari prestabiliti, l’uso del ciuccio, le integrazioni con formula artificiale o con soluzione glucosata eccetera. In questi casi, entra in azione una proteina contenuta nel latte materno chiamata FIL (Fattore di Inibizione della Lattazione): se il bambino non viene allattato a richiesta, il seno non viene drenato frequentemente e questa proteina si accumula nel latte contenuto nella mammella; questo meccanismo di protezione porta progressivamente a rallentare la produzione del latte.


La conoscenza di questo processo aiuta quindi a comprendere l’importanza di un’alimentazione guidata dai bisogni del piccolo: solo così il seno potrà produrre la quantità di latte che serve a quel determinato bambino. 

Dunque un allattamento che rispetti le competenze del neonato da un lato garantirà un’adeguata produzione di latte, dall’altro farà in modo che nel cervello del piccolo non si alteri l’importante meccanismo di fame e sazietà di cui la natura lo ha dotato. Ed è proprio da qui che inizia anche la prevenzione dell’obesità. Lasciare che il bambino abbia fin da subito un ruolo attivo nell’autoregolazione della quantità di cibo che assume attraverso l’allattamento a richiesta, infatti, favorirà lo sviluppo di buone pratiche alimentari a lungo termine, nell’arco di tutta la sua vita.


Inoltre, allattare non significa solo nutrire. Oltre alle numerose richieste per esigenze prettamente nutrizionali, i bisogni del neonato possono essere anche di altra natura: sonno, contatto fisico, rassicurazione. L’allattamento a richiesta è il modo più naturale, efficace e immediato per soddisfare qualsiasi bisogno del bambino, soprattutto se molto piccolo, e aiuta madre e neonato a conoscersi, favorendo quel legame di attaccamento permanente e indissolubile.
Rispondere non solo ai bisogni legati alla fame ma a tutte le esigenze del piccolo, anche con modalità diverse, rafforzerà in lui quel senso di sicurezza e di fiducia nell’attaccamento verso i suoi genitori.

Proseguendo tra i pro e i contro dell’allattamento a richiesta, va detto che, soprattutto nelle prime fasi di vita del neonato, questa modalità di nutrimento può risultare davvero stancante per alcune mamme. Le richieste possono infatti essere numerose e l’accudimento generale nelle 24 ore è sicuramente impegnativo.

Dobbiamo ricordarci infine che, come anticipato all’inizio dell’articolo, si raccomanda un’alimentazione a richiesta anche quando si utilizza la formula artificiale, per assecondare le competenze e le naturali predisposizioni del bambino. 

Allattamento a richiesta: quando si regolarizza?


Ma quanto dura l’allattamento a richiesta? Fino a quando va sostenuto e portato avanti? È sempre giusto offrire il seno per qualunque richiesta del bambino, anche se più grandicello? La risposta è che non esistono né una data di scadenza né la cosa giusta o sbagliata da fare. Esiste, piuttosto, la relazione tra madre e bambino, così intima e personale che dovrebbe essere esentata da giudizi o sentenze. 

L’unica cosa che possiamo affermare con certezza è che “consolare” un neonato offrendogli il seno di certo non farà mai male. Allo stesso tempo, però, man mano che il bimbo cresce, le sue richieste si diversificano e la conoscenza tra mamma e figlio aumenta, e sarà dunque utile diversificare anche le modalità di accudimento e di consolazione.

Ma dunque, l’allattamento a richiesta quando si regolarizza? Bisogna capire che cosa intendiamo con questa domanda. Comunemente si pensa che con la crescita il bambino inizierà a richiedere il seno ogni tre ore, ma questa è davvero un’eccezione. Ogni bambino è a sé e ha un preciso stile di allattamento. Più comunemente possiamo dire che con la progressiva assunzione di nuovi cibi, le poppate saranno via via meno frequenti

L’allattamento a richiesta può proseguire anche dopo che il bambino avrà iniziato ad assumere cibi diversi dal latte (il cosiddetto “svezzamento”): la modalità di alimentazione non andrà a sostituire la poppata, bensì diventerà complementare all’allattamento.

Conclusioni


Rispondere prontamente alle richieste del bambino legate alla fame è una pratica ormai riconosciuta come importante per la promozione della salute e, come abbiamo visto, faciliterà il piccolo nello stabilire una relazione di attaccamento sicura con chi si prende cura di lui. Ciò lo aiuterà a crescere indipendente e autonomo e lo sosterrà nel creare solide relazioni con gli altri. Da questo punto di vista, le madri non hanno bisogno di critiche e giudizi, ma di tanto e caloroso sostegno, affinché vivano con piacere e consapevolezza la relazione con i loro bambini.

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Natalia Camarda

pediatra, consulente professionale in allattamento IBCLC e insegnante di massaggio infantile AIMI, esegue consulenze specialistiche sull’allattamento per futuri genitori e neogenitori, aiutandoli a risolvere eventuali difficoltà prima e dopo la nascita, e in qualunque fase dell’allattamento.

Articolo pubblicato il 22/10/2021 e aggiornato il 22/09/2022
Immagine in apertura tatyana_tomsickova / iStock

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