Tachicardia in gravidanza: cause, sintomi e cosa fare

Dato il grande cambiamento che riguarda il volume del sangue circolante nell'organismo e le dimensioni del cuore, è normale avvertire un battito accelerato. Questo sintomo tende ad aumentare con il progredire della gravidanza, soprattutto con l’aumento delle dimensioni dell’utero e del fabbisogno nutritivo del bambino

Immagine per l'autore: Ilaria Lemmi
Ilaria Lemmi , ostetrica
Donna con tachicardia in gravidanza

«È normale avere la tachicardia in gravidanza?», chiede Ambra durante il colloquio con il ginecologo; è dà un po’ che la avverte e comincia a preoccuparsi che la cosa non sia del tutto normale.

Durante la gravidanza, l’organismo della donna va incontro a una serie di modificazioni necessarie per accogliere al meglio il feto e il suo sviluppo. Tra le più importanti troviamo quelle a carico del cuore: il volume totale del sangue aumenta e, di conseguenza, aumentano anche le dimensioni del cuore stesso e la “gittata cardiaca”, ovvero il volume di sangue che l’organo espelle al minuto. 

Questa è la causa principale della tachicardia in gravidanza, ovvero un aumento di circa 15-20 battiti al minuto.
Nella maggior parte dei casi la tachicardia durante la gestazione è fisiologica, non deve creare preoccupazioni ed entro certi limiti non necessita di alcun trattamento. Vediamo però in quali casi è meglio sottoporsi a controlli specifici. 

Tachicardia in gravidanza: quali sono i sintomi?

Come capire se si ha la tachicardia in gravidanza? Innanzitutto è importante definire cos’è la tachicardia, ovvero la presenza di più di 100 battiti cardiaci al minuto. Dunque per capire se si ha la tachicardia basta contare i battiti del polso poggiandovi sopra il dito indice e il medio.

Alla normale tachicardia presente in gravidanza, però, spesso si associano alcuni segnali che possono far preoccupare la gestante. Vediamo dunque quali sono i sintomi della tachicardia in gravidanza, in modo da riconoscerli e non preoccuparsi. 

Dato il grande cambiamento fisiologico che riguarda il flusso del sangue nel cuore e negli altri organi, è normale sentirsi più stanche o agitate, avere il fiato corto, e, a volte, avvertire un battito non ritmico del cuore. Questa sintomatologia tende ad aumentare con il progredire della gravidanza e può peggiorare con l’aumento dell’utero e del fabbisogno nutritivo del bambino. [1]

In linea generale, se non si hanno patologie cardiache pregravidiche, il quadro descritto è del tutto fisiologico durante la gravidanza e fa parte del normale adattamento del corpo materno allo sviluppo del bambino. È comunque importante riferire al medico o all’ostetrica ogni sintomo nuovo o che interferisce in maniera importante sullo stato di salute, al fine di escludere la presenza di una patologia.

Quali sono le cause della tachicardia in gravidanza?

In assenza di condizioni patologiche di partenza, le cause della tachicardia in gravidanza sono da correlare ai cambiamenti fisiologici che il corpo di ogni donna vive in questo particolare momento.
Per capire cosa provoca la tachicardia in gravidanza, vediamo nel dettaglio quali sono le modificazioni che riguardano il cuore e l’afflusso di sangue nel corpo durante la gestazione. 

Durante le prime settimane la gittata cardiaca aumenta progressivamente, raggiunge il massimo attorno alla ventesima settimana e si stabilizza fino al parto, per poi tornare rapidamente a valori normali nel giro di poche settimane. La pressione tende progressivamente a calare, e ciò determina un aumento dei battiti cardiaci al minuto, in particolare nell’ultimo trimestre, via via che il ritorno venoso (la quantità di sangue che passa dalle vene cave all’atrio destro del cuore) è ostacolato dalla pressione dell’utero.

Un ulteriore, transitorio, aumento di portata cardiaca (del 30-50%) si verifica durante il travaglio con le contrazioni uterine. [2]  

È chiaro che la comparsa di sintomi collaterali come la tachicardia come conseguenza di queste delicate e significative modificazioni è del tutto normale. Ogni mamma è in grado di adattarsi a questi cambiamenti che non descrivono una patologia ma solamente la straordinaria capacità del corpo femminile di accogliere e sviluppare una nuova vita. 

Ci sono però alcuni fattori che possono aumentare la tachicardia – o esserne a loro volta una concausa – e che necessitano di un monitoraggio adeguato:

  • aggravarsi dell’anemia fisiologica in gravidanza;
  • disequilibrio idroelettrico;
  • eccessivo aumento di peso;
  • eccessivo utilizzo di sostanze stimolanti (teina, caffeina, nicotina);
  • stress e ansia;
  • disfunzioni della tiroide.

Se la tachicardia inizia a essere invalidante ed è associata anche a una sola delle condizioni elencate, è importante contattare il proprio medico o l’ostetrica, così da poter eseguire eventuali esami di controllo. Controllando l’emocromo e gli ormoni tiroidei si esclude la presenza di un’anemia importante e di disfunzioni della ghiandola tiroidea.

Cosa fare per la tachicardia in gravidanza

In caso di tachicardia fisiologica, dovuta alla gravidanza, non è necessario fare alcun accertamento specialistico o assumere farmaci e/o integratori.  È importante invece:

  • avere una costante e adeguata idratazione;
  • mantenere una sana alimentazione con l’apporto di tutti i nutrienti;
  • evitare di prendere troppo peso (l’aumento ponderale è fortemente legato all’indice di massa corporea iniziale)
  • evitare, per quanto possibile, situazioni di stress;
  • non eccedere con utilizzo di caffeina e teina;
  • non fumare.

Quando preoccuparsi?

In alcuni casi, molto rari, la sintomatologia della tachicardia in gravidanza può richiedere anche la valutazione di uno specialista cardiologo. In caso di necessità sarà il ginecologo o l’ostetrica che segue la gravidanza a indicare quando necessaria una visita specialistica. Gli approfondimenti si rendono di solito necessari nel caso in cui:

  • la donna già sappia di essere portatrice di una qualche patologia cardiaca;
  • se con l’avanzare della gravidanza i sintomi della tachicardia dovessero aumentare fino a modificare lo stato di salute;
  • se i sintomi della tachicardia compaiono dopo uno sforzo minimo o a riposo.

In caso di cardiopatia preesistente è importante evitare tutti i farmaci antiaritmici durante il primo trimestre di gravidanza, dal momento che il loro utilizzo può essere pericoloso per lo sviluppo del bambino.Per tutte le altre patologie cardiache preesistenti o che dovessero insorgere durante la gravidanza è possibile comunque elaborare una terapia sicura ed efficace con il medico che segue la gravidanza.

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Ilaria Lemmi

Ostetrica, si è occupata a lungo di cooperazione internazionale e di progetti sostegno alle salute delle donne migranti. Dal 2007 al 2009 fa parte del pool di ostetriche che danno vita al Centro nascita “Margherita” dell’Azienda Universitaria di Firenze che si occupa del travaglio e del parto fisiologici a esclusiva conduzione ostetrica. Dal 2014 lavora nell’Ospedale Santa Maria Annunziata nel reparto di Ostetricia e in sala parto.

Note
[1] AA.VV. Use of Medication for Cardiovascular Disease During Pregnancy: JACC State-of-the-Art Review «J Am Coll Cardiol», febbraio 2019;73(4):457-476
[2] Hunter S, Robson SC Adaptation of the maternal heart in pregnancy «Br Heart J», 1992; 68: 540-3
Bibliografia
Articolo pubblicato il 13/01/2023 e aggiornato il 13/01/2023
Immagine in apertura RapidEye / iStock

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