Malattie esantematiche: impariamo a distinguerle

Oggi, a differenza che in passato, contrarre le malattie esantematiche è considerato un evento eccezionale. Capiamo perché e facciamo chiarezza sulle caratteristiche principali che le distinguono l’una dall’altra

Immagine per l'autore: Vincenzo Calia
Vincenzo Calia , pediatra e fondatore di Uppa
L'esantema del morbillo

La parola esantèma deriva, come molti termini medici, dal greco exantèo, che significa “fiorire”, e si può pronunciare anche esàntema. Si tratta di un’eruzione che, per l’appunto, “fiorisce” improvvisamente sulla pelle sotto forma di macchioline rosse, papule, vescicole o pustole nel corso di una malattia.
Nella maggior parte dei casi, l’esantema è accompagnato da un aumento della temperatura corporea, ma è anche possibile la comparsa di malattie esantematiche senza febbre.

Malattie esantematiche nei bambini

Fino a non molti anni fa si dava per scontato che ciascun bambino dovesse obbligatoriamente contrarre le malattie esantematiche. Non esistevano infatti vaccinazioni (o comunque erano ancora poco diffuse come oggi) e le occasioni di contagio erano innumerevoli, tanto da generare periodicamente delle vere e proprie epidemie di malattie esantematiche fra i bambini, che lasciavano nei soggetti colpiti un’immunità permanente. Questa immunità veniva rinforzata negli anni successivi da ulteriori contatti fra chi aveva avuto già la malattia e chi via via si ammalava nel corso delle epidemie successive.
Il risultato finale era una popolazione adulta immune nella quasi totalità dei casi: ecco perché queste malattie venivano solo durante l’infanzia e le malattie esantematiche degli adulti erano del tutto eccezionali.
Erano tempi in cui la mortalità infantile era molto più alta di quella attuale e in cui si consideravano normali le complicazioni (abbastanza frequenti) di queste malattie; dunque era considerata altrettanto normale un’inevitabile quota di decessi.

Vaccinazioni

Oggi tutto ciò è considerato inaccettabile: se malauguratamente un solo bambino dovesse rimanere vittima di una di queste malattie, questo evento sarebbe ritenuto molto grave.
Questo enorme progresso è merito delle vaccinazioni, ma anche del miglioramento delle condizioni igieniche e dell’esistenza di un Servizio Sanitario gratuito per tutti, e le conseguenze di un così grande cambiamento sono ben evidenti: ciò che una volta era “normale”, ovvero contrarre tutte le malattie esantematiche, oggi è diventato eccezionale; inoltre queste malattie, essendo rare rispetto al passato, sono sconosciute alla gran parte della popolazione e persino a molti medici (oggi, per riconoscere le malattie esantematiche, si ricorre alle foto sui manuali (o anche su internet, piuttosto che alla memoria).
Il risvolto negativo di tale situazione è che la relativa “ignoranza” su questo argomento genera, come spesso accade, molti ingiustificati allarmismi e fa sì che la comparsa di innocenti bollicine (cosa piuttosto frequente fra i bambini) scateni il timore di una malattia esantematica e delle sue possibili complicazioni (sembra incredibile, ma la comparsa delle bollicine è una delle cause degli accessi inutili al pronto soccorso ospedaliero, persino quando si tratta di banali punture di zanzara).
Cerchiamo perciò di fare un po’ di chiarezza e descrivere brevemente le caratteristiche delle malattie esantematiche. Ecco una scheda per ciascuna di esse; abbiamo aggiunto all’elenco la Parotite (o, come si dice in gergo, gli “orecchioni”) che in realtà non provoca nessuna eruzione sulla pelle, ma che è stata sempre inclusa fra le malattie infettive tipiche dei bambini.
Inoltre, per completezza citiamo anche altre malattie: la mononucleosi, la malattia di Kawasaki e la rickettsiosi, che non rientrano nell’elenco delle comuni malattie esantematiche, ma che spesso presentano tra i sintomi un esantema.
Infine un breve cenno al vaiolo, una malattia del passato ormai debellata che provocava un violentissimo esantema.

Guida Uppa
Malattie esantematiche
Come distinguere e curare il morbillo, la rosolia, la varicella e le altre malattie esantematiche
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Morbillo

L'esantema tipico del morbillo

Causa

Un virus della famiglia dei Paramyxovirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Circa 10 giorni.

Sintomi

Tosse, raffreddore, congiuntivite, febbre, eruzione cutanea a forma di macchie e papule.

Complicazioni

Otite, laringite, polmonite, encefalite.

Terapia

Non c’è una terapia.

Ritorno a scuola

Cinque giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Prevenzione

Vaccino combinato contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella a 15 mesi con richiamo a 6 anni.

Pericolo in gravidanza

No.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sul morbillo.

Scarlattina

L'esantema della scarlattina

Causa

Un batterio, lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Da due a cinque giorni.

Sintomi

Mal di gola, tonsille rosse e infiammate, linfonodi del collo gonfi, mal di testa, febbre, eruzione cutanea molto fitta ma poco sollevata, lingua infiammata.

Complicazioni

Molto raramente, danni cardiaci e renali.

Terapia

Antibiotico (Amoxicillina per bocca).

Ritorno a scuola

48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica.

Prevenzione

Non esiste un vaccino; la terapia antibiotica elimina velocemente lo Streptococco e interrompe la catena del contagio.

Pericolo in gravidanza

No.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla scarlattina

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Rosolia

L'esantema della rosolia

Causa

Un virus della famiglia dei Rubivirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Da 12 a 23 giorni.

Sintomi

Macchie rosa chiaro che compaiono prima sul viso e poi sul resto del corpo, linfonodi dietro la nuca ingrossati, poca febbre.

Complicazioni

Dolori alle articolazioni.

Terapia

Non c’è una terapia.

Ritorno a scuola

Sette giorni dopo la comparsa dell’esantema.

Prevenzione

Vaccino combinato contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella a 15 mesi con richiamo a 6 anni.

Pericolo in gravidanza

Molto pericolosa per il feto.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla rosolia.

Quarta malattia

L'esantema della quarta malattia

Causa

Un batterio, lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Da due a cinque giorni.

Sintomi

Simili a quelli della scarlattina ma più sfumati.

Complicazioni

Molto raramente, danni cardiaci e renali.

Terapia

Antibiotico (Amoxicillina per bocca).

Ritorno a scuola

48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica.

Prevenzione

Non esiste un vaccino; la terapia antibiotica elimina velocemente lo Streptococco e interrompe la catena del contagio.

Pericolo in gravidanza

No.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla quarta malattia.

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Quinta malattia

L'esantema della quinta malattia

Causa

Un virus della famiglia dei Parvovirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Circa 14 giorni.

Sintomi

Arrossamento delle guance (come fossero state schiaffeggiate), seguono macchioline sugli arti e sul tronco.

Complicazioni

Nessuna.

Terapia

Non c’è una terapia.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Non esiste un vaccino; la scarsa gravità della malattia suggerisce di non fare nulla, se non in caso di gravidanza.

Pericolo in gravidanza

Sì, in alcuni casi può danneggiare il feto.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla quinta malattia.

Sesta malattia

L'esantema della sesta malattia

Causa

Un virus della famiglia degli Herpesvirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Circa dieci giorni.

Sintomi

Febbre alta senza altri sintomi per circa tre giorni, che scende improvvisamente mentre compaiono delle macchioline che dal tronco e dal collo si diffondono agli arti.

Complicazioni

La febbre alta può dare convulsioni febbrili nei bambini predisposti.

Terapia

Non c’è una terapia.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Non esiste un vaccino; l’assenza di complicanze della malattia suggerisce di non fare nulla.

Pericolo in gravidanza

Sì, può danneggiare il feto, ma la quasi totalità delle donne in età fertile ha già avuto la malattia e perciò ne è immune.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla sesta malattia.

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Varicella

L'esantema della varicella

Causa

Un virus, l’Herpes Zoster Virus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie e anche contatto con il liquido contenuto nelle vescicole.

Incubazione

Da 14 a 21 giorni.

Sintomi

Febbre (poca e non sempre) seguita da malessere e inappetenza, poi macchioline isolate, che si trasformano in bollicine e poi in croste.

Complicazioni

Raramente, infezione delle bollicine (soprattutto se grattate con le mani sporche).

Terapia

Aciclovir (un farmaco antivirale), ma la terapia è indicata solo nei bambini con sistema immunitario non funzionante; antistaminici per il prurito.

Ritorno a scuola

Sette giorni dopo la comparsa delle prime macchioline.

Prevenzione

Vaccino combinato contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella a 15 mesi con richiamo a 6 anni.

Pericolo in gravidanza

Sì, dal momento che se contratta a ridosso del parto può causare una varicella del neonato.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla varicella e un approfondimento su rischi e precauzioni per il neonato.

Bocca mani piedi

L'esantema della malattia bocca-mani-piedi

Causa

Un virus della famiglia degli Enterovirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Circa sette giorni.

Sintomi

Mal di gola e fastidio in bocca, poi macchioline in bocca, sulle labbra, sul palmo delle mani e sulla pianta dei piedi che si trasformano in bollicine; non sempre febbre.

Complicazioni

Nessuna complicazione di rilievo.

Terapia

Alimentazione con cibi non irritanti e morbidi, antidolorifici o antifebbrili se necessari.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Non esiste un vaccino.

Pericolo in gravidanza

Raramente e solo se la malattia si contrae nelle prime settimane.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla sindrome bocca mani piedi.

Parotite

Controllo delle ghiandole per sospetta parotite

Causa

Un virus della famiglia dei Paromyxovirus.

Contagio

Per via aerea, ovvero starnuti, tosse, contatto diretto, stoviglie.

Incubazione

Due o tre settimane.

Sintomi

Febbre, malessere, gonfiore delle ghiandole salivari e difficoltà nell’alimentazione; non c’è esantema.

Complicazioni

Raramente, infiammazione dei testicoli o del pancreas, encefalite.

Terapia

Dieta semiliquida e antidolorifici.

Ritorno a scuola

Nove giorni dopo la comparsa del gonfiore.

Prevenzione

Vaccino combinato contro Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella a 15 mesi con richiamo a 6 anni.

Pericolo in gravidanza

Se contratta nelle prime settimane di gravidanza può provocare un aborto.

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Mononucleosi

Controllo della faringe per sospetta mononucleosi

Causa

Il virus di Epstein-Barr.

Contagio

Attraverso la saliva (malattia del bacio).

Incubazione

Da 30 a 50 giorni.

Sintomi

Nel 15% dei casi di mononucleosi può comparire un esantema sul corpo; se si somministra l’amoxicillina al bambino ci può essere l’eruzione violenta di macchie rosse e rilevate.

Complicazioni

Molto rare.

Terapia

Non esiste nessuna terapia.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Non esiste un vaccino e non è possibile prevenire il contagio.

Pericolo in gravidanza

Nessuno.

Approfondimenti

Leggi l’articolo completo sulla mononucleosi.

Malattia di Kawasaki

L'esantema della malattia di Kawasaki

Causa

Sconosciuta.

Contagio

Non è una malattia contagiosa.

Incubazione

Non è una malattia infettiva e perciò non può avere un periodo di incubazione.

Sintomi

Le macchie rosse possono essere simili a quelle del morbillo o della scarlattina; febbre elevata e persistente, stanchezza, mal di pancia, arrossamento degli occhi.

Complicazioni

A carico del cuore.

Terapia

Immunoglobuline e Aspirina.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Non esiste alcun vaccino e non è possibile prevenire la malattia.

Pericolo in gravidanza

Nessuno.

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Rickettsiosi

Puntura di zecca, causa della Rickettsiosi

Causa

Un batterio della famiglia delle Rickettsie.

Contagio

Attraverso la puntura di una zecca; non tutte le zecche sono infettate dalla Rickettsia e il contagio avviene se la zecca infettata resta attaccata a lungo (più di 36 ore).

Incubazione

Da cinque a sette giorni dopo la puntura di zecca.

Sintomi

L’esantema è composto da macchie a rilievo su tutto il corpo, compresi il palmo delle mani e la pianta dei piedi, e viene dopo pochi giorni di febbre alta, brividi e forte malessere.

Complicazioni

A carico della pelle, dei reni e del sistema cardiocircolatorio.

Terapia

Antibiotici della famiglia delle Tetracicline.

Ritorno a scuola

Nessun isolamento.

Prevenzione

Bonifica dei campi (taglio dell’erba alta in cui si annidano le zecche) e degli animali domestici.

Pericolo in gravidanza

Rischio di aborto e parto prematuro; è possibile la terapia antibiotica in caso di infezione.

Vaiolo, una malattia estinta

E infine parliamo del vaiolo, che potremmo definire una supermalattia esantematica, nel senso che l’esantema, formato da un’infinità di bollicine contenenti un liquido infetto, si estende su tutto il corpo e, in caso di guarigione, lascia moltissime cicatrici deturpanti.
Il Vaiolo è stato un flagello che ha colpito per secoli in Europa mietendo milioni di morti, fino a quando, alla fine del ‘700, un medico inglese, Edward Jenner, non scoprì quasi per caso un vaccino, il primo della storia.
La vaccinazione si diffuse rapidamente già all’inizio del 1800 e nel secolo scorso tutta la popolazione mondiale fu vaccinata fino agli anni ’70.
Nel 1980 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato estinto il vaiolo. Da quel momento più nessuno è stato vaccinato perché non ce n’è stato più bisogno.
La vittoria contro questa malattia è uno dei più grandi successi della scienza medica.

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Malattie esantematiche
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Immagine per l'autore: Vincenzo Calia
Vincenzo Calia

pediatra e giornalista, ha esercitato per quarant’anni come pediatra di famiglia nel Servizio Sanitario Nazionale e ha fondato nel 2001 il bimestrale per i genitori «Un Pediatra Per Amico», che ha diretto per 16 anni. Attualmente è un pediatra libero professionista.

Articolo pubblicato il 14/10/2019 e aggiornato il 20/09/2024
Immagine in apertura South_agency / iStock

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