Dolori al basso ventre o crampi sono molto comuni in gravidanza e di solito non sono nulla di cui preoccuparsi. La zona è vasta ed è sede di piccole e grandi modificazioni in un tempo ristretto; più nel dettaglio, dall’impianto dell’embrione in poi, le sollecitazioni alle quali sono esposti i tessuti e gli organi sono continue. Insomma: “C’è vita lì”, e tutto ciò non accade in silenzio.
L’utero è un organo piccolo, pesa 50 g ed è lungo 6-7 cm nella donna adulta, ma raggiunge i 1.500 g e supera i 30 cm di lunghezza al termine della gravidanza. La sua cavità, solitamente schiacciata, aumenta fino a mille volte il proprio volume, diventando capace di accogliere un feto che può pesare anche più di 4 kg, oltre ad almeno 500 g di placenta e 1 litro di liquido amniotico.
La gravidanza incide direttamente sugli organi addominali – che possono essere distesi, dislocati, schiacciati – o indirettamente, perché gli ormoni ne modificano il comportamento, ad esempio per quanto riguarda la velocità del transito intestinale o il volume vescicale.
Dolori addominali innocui, sordi o acuti come fitte, possono essere causati dall’allungamento dei legamenti che seguono l’utero che cresce, da stipsi, aria, o dalla presenza di un concomitante problema intestinale come la diarrea.
Solitamente non c’è nulla di cui preoccuparsi se il dolore è lieve e scompare quando si cambia posizione, ci si riposa, si riesce a liberare l’intestino da feci e aria. Ma se i crampi addominali in gravidanza non passano o comunque generano preoccupazione, è prudente chiamare l’ostetrica o il ginecologo di riferimento.
È invece necessario rivolgersi al curante in caso di:
È bene chiarire che il mal di pancia può non avere alcuna connessione né con l’utero né con la gravidanza, e che la stessa gravidanza non protegge dai problemi che possono intercorrere a livello degli organi addominali, anzi, stressando l’organismo materno può facilitare il manifestarsi di alcune patologie sia mediche che chirurgiche.
Durante tutta la gravidanza possono inoltre manifestarsi i sintomi di un’infezione urinaria. È necessario rivolgersi al medico in caso di:
Di seguito una piccola guida delle manifestazioni più frequenti, suddivisa per trimestri, per aiutare le gestanti a distinguere una sintomatologia normale da un quadro che merita l’attenzione dei sanitari.
I crampi, dolori simili a quelli mestruali, sono molto comuni nelle prime settimane di gravidanza. All’annidamento, infatti, segue una reazione dell’utero, che si contrae. Questi dolori sono avvertiti come fitte al basso ventre proprio all’inizio della gravidanza. [1]
A volte il mal di pancia nelle prime settimane di gravidanza può essere un segno di qualcosa di più serio. È necessario rivolgersi al curante in caso di:
Il dolore addominale nel secondo trimestre è spesso dovuto al dolore al legamento rotondo, struttura fibrosa lunga pochi centimetri che connette l’utero a tutto l’apparato dei legamenti presenti nel piccolo bacino. Crescendo, l’utero stira molto in alto questi lacci, che, sebbene resi più soffici ed elastici dagli ormoni gravidici, sopportano uno stress notevole, e a volta si fanno sentire. [2]
Spesso il dolore alla parte inferiore della pancia, all’inguine, alla parte alta delle cosce o ai fianchi (su uno o entrambi i lati) è dovuto a questo fenomeno.
Ci sono alcuni accorgimenti da prendere, talvolta utili per alleviare il dolore ai legamenti pelvici:
A questo scopo è utile attrezzarsi con uno o più cuscini (sotto la pancia, dietro la schiena, in mezzo alle gambe) che aiutino una comoda e sicura posizione sul fianco per il riposo notturno.
A volte il dolore nella zona pelvica può essere causato dal dolore alla “cintura pelvica”, termine con il quale si intende l’insieme di ossa e legamenti che costituiscono il bacino, struttura molto più mobile di quanto noi non immaginiamo.
Infatti le ossa che lo compongono, saldate fra loro da legamenti fibrosi e cartilagini, a causa dell’effetto elasticizzante degli ormoni gravidici, guadagnano un grado di mobilità superiore al normale, e talvolta proprio questo causa dolore. Ma è grazie a questa mobilità che il feto troverà una strada più comoda da attraversare al momento della nascita!
È necessario rivolgersi al curante in caso di dolore persistente che non si risolve con i semplici rimedi suggeriti sopra, e in caso di:
È comune sentirsi a disagio verso la fine della gravidanza perchè il corpo materno accelera al massimo il suo adattamento allo spazio che l’utero velocemente richiede. Nel terzo trimestre sono molto comuni le contrazioni chiamate di “Braxton Hicks”, che non si verificano a intervalli regolari e tendenzialmente sono brevi, non sono dolori del parto e di solito non sono molto intense. [3]
È un bene che questi fenomeni, capaci di provocare disagio piuttosto che dolori al basso ventre, accompagnino tutto il nono mese di gravidanza, perché sono un buon segno dell’utero che si prepara e si allena al lavoro che l’aspetta.
Ma è necessario contattare l’ostetrica, il medico o l’ospedale se le contrazioni sono:
È inoltre necessario contattare il medico in caso di:
Dopo la trentasettesima settimana il travaglio può iniziare senza problemi!
In questo caso le contrazioni, riconoscibilissime, saranno sempre più dolorose, frequenti e regolari.
Si dice tradizionalmente che è bene recarsi in ospedale quando le contrazioni sono dolorose e regolari ogni cinque minuti, perché questo testimonia l’avvenuta preparazione del collo dell’utero al momento del ricovero e favorisce una permanenza più breve in sala parto. Questa affermazione è corretta, ma oggi le regole imposte dalla pandemia di Covid determinano esigenze diverse legate all’esecuzione dei tamponi e ai tempi di refertazione. È bene contattare sempre per tempo l’ospedale di riferimento per conoscere i protocolli applicati a riguardo.
ostetrica, ha avuto una lunga esperienza lavorativa nel servizio pubblico, sia sul campo sia come ostetrica dirigente. In questa veste ha aperto il Centro nascita Margherita, struttura dedicata al parto naturale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze, e lo ha diretto dal 2007 al 2014. È autrice di numerose pubblicazioni su riviste di settore, e del libro Partorirai con amore. È in pensione dal 2017.