Linguaggio e scrittura

Il bambino, si sa, comunica anche prima di cominciare a parlare, attraverso movimenti, espressioni, suoni. Ma imparare a parlare e, successivamente, a scrivere gli consentirà di trasmettere una varietà ulteriore e infinita di sensazioni, concetti, idee, emozioni, indicazioni. Ecco come favorire lo sviluppo del linguaggio del piccolo.

Prime parole del bambino: quando e come si inizia a parlare

Federica Gatti, logopedista
bambino prova a parlare alla mamma

“Mamma” e “papà” sono tra le prime parole pronunciate dai bambini assieme a “pappa”. Come mai? Perché, assieme ad altre, fanno parte delle “parole sociali”, utili cioè a chiedere qualcosa oppure a richiamare l’attenzione

Sviluppo del linguaggio dei bambini: fasi e consigli

Federica Gatti, logopedista

Lo sviluppo del linguaggio non termina con l’infanzia, ma è in questo periodo di vita che si pongono le basi dell’individuo adulto ed è fondamentale che i genitori aiutino i bambini in questo percorso di apprendimento.

Come imparare una lingua straniera: i metodi più efficaci

Rosaria Imparato, giornalista

Quali sono quindi i metodi più efficaci per imparare una lingua straniera? Vediamo insieme gli approcci e le modalità per riuscire ad apprendere l’inglese o un altro idioma sin da giovani

I disturbi del linguaggio nei bambini

Federica Gatti, logopedista
mamma parla con bambina con disturbi del linguaggio

Dai 4 anni possiamo considerare la presenza di alcuni “segnali” che possono indicarci un disturbo del linguaggio, ovvero difficoltà nella pronuncia, nel ripetere e imparare parole nuove, nel formare frasi di senso compiuto, nella concordanza all’interno della frase e nell’organizzazione di un discorso

Pregrafismo: cos’è, a cosa serve e come esercitarsi?

Francesca Ciceri, psicologa e Marcella Peroni, psicologa e psicoterapeuta
bambino si allena al pregrafismo

Il pregrafismo è la condizione che precede l’apprendimento della scrittura. Condizione necessaria è che le attività non devono forzare il bambino a scrivere, bensì permettergli di sperimentare i prerequisiti alla scrittura divertendosi

Bambini che non parlano, quando preoccuparsi?

Federica Gatti, logopedista
bambina che non parla si esprime a gesti

Il ritardo nel parlare può essere semplicemente dovuto ai diversi tempi di maturazione che variano da bambino a bambino, e in questi casi è possibile assistere in poco tempo a un recupero spontaneo. Se invece le difficoltà persistono nel tempo, potrebbe trattarsi di un disturbo primario del linguaggio

Lallazione: quando inizia e a cosa serve

Federica Gatti, logopedista
mamma parla con figlio per stimolare lallazione

È un’espressione vocale tipica del bambino a partire dai 6 mesi di età, caratterizzata dalla ripetizione di sillabe cantilenate. A differenza dei vagiti e dei vocalizzi dei primi mesi di vita, la sua struttura somiglia molto alle tanto desiderate paroline, tuttavia queste sillabe non veicolano un messaggio preciso

Mutismo selettivo: perché il bambino non parla?

Matteo Sclafani, psicologo
bambina con mutismo selettivo non parla

Il termine “selettivo” indica che il bambino riesce a esprimersi solo con determinate persone di cui si fida e in alcune circostanze in cui si sente sereno, mentre invece mostra difficoltà in ambienti sociali in cui non si sente a proprio agio

Disfonia infantile: cos’è e come si previene

Francesca Brignoli, logopedista
Due bambine che urlano sdraiate sul letto

Un utilizzo scorretto della voce e abitudini improprie mentre si parla possono portare, nel tempo, a disturbi vocali. Per evitarli o correggerli è bene adottare alcune accortezze

Parlare prima delle parole: la comunicazione con gesti e segni

Anna Rita Longo, divulgatrice scientifica
Bambino seduto sul seggiolone fa gesti

Negli ultimi decenni si sono diffusi diversi programmi di comunicazione gestuale destinati a bambine e bambini, che promettono di favorire lo sviluppo del linguaggio verbale e di rafforzare il legame di attaccamento tra genitori e figli. Vediamo cosa dice la letteratura scientifica in merito

Non chiamiamoli scarabocchi

Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta
Bambino "scarabocchia" sul foglio

Nel bambino di età prescolare che produce i primi scarabocchi c’è un rapporto molto stretto tra corpo e mente, tra muscoli, occhi e sistema nervoso. Proprio da questo rapporto nasce l’alfabeto dei segni che il piccolo utilizzerà per raccontare la realtà, le emozioni, gli stati d’animo

Il parlatore tardivo: quali sono i campanelli d’allarme?

Serena Bonifacio, logopedista
Genitore insegna al figlio a parlare

Il termine “parlatore tardivo” si riferisce a bambini che manifestano un ritardo nella produzione di parole in assenza di una diagnosi di disabilità o di ritardo dello sviluppo in ambito cognitivo e motorio. Non definisce una patologia, ma indica una situazione che può essere la manifestazione di un disordine emergente

Il linguaggio, tra biologia e ambiente

Alessandra Pinton, logopedista e psicologa
Mamma parla alla propria bambina per svilupparne il linguaggio

Già a poche ore di vita i neonati sono in grado di distinguere il parlato da altri tipi di stimoli uditivi. A 8 mesi imparano a distinguere alcune parole. A differenza degli adulti, i bambini raggiungono in un tempo relativamente breve una competenza raffinata della loro lingua madre e, se vivono in un ambiente bilingue, riescono a imparare perfettamente entrambe

Il linguaggio e le altre abilità cognitive

Elena Flaugnacco, psicologa
Bambino cerca di utilizzare il linguaggio mentre gioca con la madre

Il linguaggio si apprende nell’interazione, attraverso l’ascolto, la ripetizione e l’imitazione, grazie a un sistema cognitivo generale che modula l’interazione tra gli stimoli ricevuti e le abilità di partenza. Il suo sviluppo è quindi in stretta relazione con quello di altri ambiti cognitivi

La balbuzie nei bambini: come affrontarla?

Francesca Brignoli, logopedista
Bambina fa esercizi per la balbuzie

Tra gli specialisti si parla di “persone che balbettano”, più che di balbuzie, proprio per restituire l’immagine di un fenomeno mutevole a seconda dei giorni e delle circostanze, che può avere importanti risvolti psico-emotivi

Difficoltà fonologiche: quando e come intervenire?

Francesca Brignoli, logopedista
bambino che fa esercizi dal logopedista per difficoltà fonologiche

Se il bambino dimostra di avere difficoltà a pronunciare determinati suoni, l’intervento del logopedista può rivelarsi prezioso: permette di valutare il tipo di problema e di stabilire, in accordo con i genitori, le strategie da adottare

Disturbo Primario del Linguaggio (DPL): cos’è?

Francesca Brignoli, logopedista

Con Disturbo Primario del Linguaggio si intendono quelle difficoltà linguistiche che non derivano da altri disturbi visibili e spesso si presentano insieme con altre vulnerabilità. Secondo le ultime stime, sembra interessare circa il 7% dei bambini di 5 anni. Un intervento precoce del logopedista può rivelarsi prezioso per favorire un normale sviluppo linguistico

Perché l’impugnatura della penna è così importante?

Elena Ravazzolo, pedagogista
Bambino a scuola utilizza una penna

Raggiungere una corretta impugnatura della penna è un traguardo importante per il bambino, perché favorisce una maggiore concentrazione nell’apprendimento e una scrittura leggera e fluida

A parlare non si impara da soli

Costantino Panza, pediatra neonatologo
Mamma con bambino che legge un libro per imparare a parlare

Interagire fin dalla gravidanza con i bambini, parlare loro spesso e in maniera chiara, adottando uno specifico tono di voce, li aiuterà a sviluppare un linguaggio ricco e articolato quando saranno più grandi

Bilinguismo, gli effetti positivi fin dalla nascita

Alberto Oliverio, neurobiologo
Bambina sfoglia un libro

Per i bambini piccoli imparare due lingue simultaneamente non è difficile e apporta enormi benefici. Vediamo insieme quali e come favorire fin dalla gestazione l'apprendimento linguistico

Favorire lo sviluppo del linguaggio: otto consigli pratici

Annalisa Perino, pedagogista montessoriana
Mamma che parla al bambino per favorire lo sviluppo del linguaggio

L'ambiente linguistico in cui è immerso il neonato e poi il bambino piccolo è fondamentale per favorire un adeguato sviluppo del linguaggio

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