Il bambino, si sa, comunica anche prima di cominciare a parlare, attraverso movimenti, espressioni, suoni. Ma imparare a parlare e, successivamente, a scrivere gli consentirà di trasmettere una varietà ulteriore e infinita di sensazioni, concetti, idee, emozioni, indicazioni. Ecco come favorire lo sviluppo del linguaggio del piccolo.
“Mamma” e “papà” sono tra le prime parole pronunciate dai bambini assieme a “pappa”. Come mai? Perché, assieme ad altre, fanno parte delle “parole sociali”, utili cioè a chiedere qualcosa oppure a richiamare l’attenzione
Lo sviluppo del linguaggio non termina con l’infanzia, ma è in questo periodo di vita che si pongono le basi dell’individuo adulto ed è fondamentale che i genitori aiutino i bambini in questo percorso di apprendimento.
Quali sono quindi i metodi più efficaci per imparare una lingua straniera? Vediamo insieme gli approcci e le modalità per riuscire ad apprendere l’inglese o un altro idioma sin da giovani
Dai 4 anni possiamo considerare la presenza di alcuni “segnali” che possono indicarci un disturbo del linguaggio, ovvero difficoltà nella pronuncia, nel ripetere e imparare parole nuove, nel formare frasi di senso compiuto, nella concordanza all’interno della frase e nell’organizzazione di un discorso
Il pregrafismo è la condizione che precede l’apprendimento della scrittura. Condizione necessaria è che le attività non devono forzare il bambino a scrivere, bensì permettergli di sperimentare i prerequisiti alla scrittura divertendosi
Il ritardo nel parlare può essere semplicemente dovuto ai diversi tempi di maturazione che variano da bambino a bambino, e in questi casi è possibile assistere in poco tempo a un recupero spontaneo. Se invece le difficoltà persistono nel tempo, potrebbe trattarsi di un disturbo primario del linguaggio
È un’espressione vocale tipica del bambino a partire dai 6 mesi di età, caratterizzata dalla ripetizione di sillabe cantilenate. A differenza dei vagiti e dei vocalizzi dei primi mesi di vita, la sua struttura somiglia molto alle tanto desiderate paroline, tuttavia queste sillabe non veicolano un messaggio preciso
Il termine “selettivo” indica che il bambino riesce a esprimersi solo con determinate persone di cui si fida e in alcune circostanze in cui si sente sereno, mentre invece mostra difficoltà in ambienti sociali in cui non si sente a proprio agio
Un utilizzo scorretto della voce e abitudini improprie mentre si parla possono portare, nel tempo, a disturbi vocali. Per evitarli o correggerli è bene adottare alcune accortezze
Negli ultimi decenni si sono diffusi diversi programmi di comunicazione gestuale destinati a bambine e bambini, che promettono di favorire lo sviluppo del linguaggio verbale e di rafforzare il legame di attaccamento tra genitori e figli. Vediamo cosa dice la letteratura scientifica in merito
Nel bambino di età prescolare che produce i primi scarabocchi c’è un rapporto molto stretto tra corpo e mente, tra muscoli, occhi e sistema nervoso. Proprio da questo rapporto nasce l’alfabeto dei segni che il piccolo utilizzerà per raccontare la realtà, le emozioni, gli stati d’animo
Il termine “parlatore tardivo” si riferisce a bambini che manifestano un ritardo nella produzione di parole in assenza di una diagnosi di disabilità o di ritardo dello sviluppo in ambito cognitivo e motorio. Non definisce una patologia, ma indica una situazione che può essere la manifestazione di un disordine emergente
Già a poche ore di vita i neonati sono in grado di distinguere il parlato da altri tipi di stimoli uditivi. A 8 mesi imparano a distinguere alcune parole. A differenza degli adulti, i bambini raggiungono in un tempo relativamente breve una competenza raffinata della loro lingua madre e, se vivono in un ambiente bilingue, riescono a imparare perfettamente entrambe
Il linguaggio si apprende nell’interazione, attraverso l’ascolto, la ripetizione e l’imitazione, grazie a un sistema cognitivo generale che modula l’interazione tra gli stimoli ricevuti e le abilità di partenza. Il suo sviluppo è quindi in stretta relazione con quello di altri ambiti cognitivi
Tra gli specialisti si parla di “persone che balbettano”, più che di balbuzie, proprio per restituire l’immagine di un fenomeno mutevole a seconda dei giorni e delle circostanze, che può avere importanti risvolti psico-emotivi
Se il bambino dimostra di avere difficoltà a pronunciare determinati suoni, l’intervento del logopedista può rivelarsi prezioso: permette di valutare il tipo di problema e di stabilire, in accordo con i genitori, le strategie da adottare
Con Disturbo Primario del Linguaggio si intendono quelle difficoltà linguistiche che non derivano da altri disturbi visibili e spesso si presentano insieme con altre vulnerabilità. Secondo le ultime stime, sembra interessare circa il 7% dei bambini di 5 anni. Un intervento precoce del logopedista può rivelarsi prezioso per favorire un normale sviluppo linguistico
Raggiungere una corretta impugnatura della penna è un traguardo importante per il bambino, perché favorisce una maggiore concentrazione nell’apprendimento e una scrittura leggera e fluida
Interagire fin dalla gravidanza con i bambini, parlare loro spesso e in maniera chiara, adottando uno specifico tono di voce, li aiuterà a sviluppare un linguaggio ricco e articolato quando saranno più grandi
Per i bambini piccoli imparare due lingue simultaneamente non è difficile e apporta enormi benefici. Vediamo insieme quali e come favorire fin dalla gestazione l'apprendimento linguistico
L'ambiente linguistico in cui è immerso il neonato e poi il bambino piccolo è fondamentale per favorire un adeguato sviluppo del linguaggio