Un proverbio africano afferma «Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio», un saggio modo di dire per ricordare quanto impegno, tempo e competenze servano per svolgere il lavoro di genitori.
Uppa aiuta i genitori a gestire al meglio ogni fase dello sviluppo del bambino, spiegando in modo semplice e chiaro quali sono le fasi della crescita e i problemi che si possono trovare sulla strada. Nella sezione dedicata al bambino troverete quindi informazione e approfondimenti sulla crescita, il sonno, l’igiene e molto altro ancora.
Gli spasmi affettivi sono fenomeni che possono spaventare molto i genitori, soprattutto quando comportano la perdita di coscienza, ma si risolvono con la crescita senza conseguenze
È un’espressione vocale tipica del bambino a partire dai 6 mesi di età, caratterizzata dalla ripetizione di sillabe cantilenate. A differenza dei vagiti e dei vocalizzi dei primi mesi di vita, la sua struttura somiglia molto alle tanto desiderate paroline, tuttavia queste sillabe non veicolano un messaggio preciso
Il termine “selettivo” indica che il bambino riesce a esprimersi solo con determinate persone di cui si fida e in alcune circostanze in cui si sente sereno, mentre invece mostra difficoltà in ambienti sociali in cui non si sente a proprio agio
Il punto fermo da tenere a mente, a fronte delle numerose proposte del mercato (pettine per crosta lattea, rimedi naturali eccetera), è che la crosta lattea è una condizione benigna che tende a risolversi entro l’anno di vita e non determina problemi per il bambino
Non esiste un vero e proprio “decalogo del bagnetto perfetto”, ma è importante osservare una serie di piccoli accorgimenti che possono aumentare il benessere del neonato durante questo momento così intimo e speciale
La dentizione inizia normalmente intorno ai 6-8 mesi di vita e si completa intorno ai 26 mesi. Nulla tuttavia impedisce che i primi dentini possano iniziare a spuntare qualche tempo prima, ad esempio al quarto mese, oppure che compaiano un po’ più tardi
Il sonnambulismo, disturbo del sonno di natura benigna, può manifestarsi dai 2 anni di età in su e continuare anche in età adulta. La probabilità di essere sonnambuli è tre volte superiore nei bambini con un solo genitore che presenta questo disturbo e aumenta di sette volte nel caso di bambini con entrambi i genitori sonnambuli
Che cos’è il microbiota? È l’insieme di microrganismi che vive all’interno del nostro corpo e che concorre in maniera decisiva al suo corretto funzionamento. Secondo gli studi recenti, sembra che cominci a formarsi già durante la gravidanza.
I “primi mille giorni”, cioè il periodo che va all’incirca dal concepimento ai 2 anni di vita, hanno un ruolo centrale nel consolidamento di un buono stato di salute psicofisica del bambino. È quindi opportuno sapere che cosa fare e che cosa non fare per favorirlo
Le abitudini radicate sono difficili da modificare, e in un mondo che va spesso di fretta non sempre i pannolini lavabili sembrano una buona idea. Eppure il loro uso al posto di quelli usa e getta comporta una serie di vantaggi da non sottovalutare
Un utilizzo scorretto della voce e abitudini improprie mentre si parla possono portare, nel tempo, a disturbi vocali. Per evitarli o correggerli è bene adottare alcune accortezze
Negli ultimi decenni si sono diffusi diversi programmi di comunicazione gestuale destinati a bambine e bambini, che promettono di favorire lo sviluppo del linguaggio verbale e di rafforzare il legame di attaccamento tra genitori e figli. Vediamo cosa dice la letteratura scientifica in merito
In questa fase il piccolo appare più in grado di tollerare le separazioni dalle figure di riferimento e comincia a manifestare in modo evidente il suo carattere. Inoltre è particolarmente attratto dal gioco interattivo con i coetanei, è sempre più curioso e condivide anche la voglia di capire e scoprire le correlazioni tra eventi
Nel bambino di età prescolare che produce i primi scarabocchi c’è un rapporto molto stretto tra corpo e mente, tra muscoli, occhi e sistema nervoso. Proprio da questo rapporto nasce l’alfabeto dei segni che il piccolo utilizzerà per raccontare la realtà, le emozioni, gli stati d’animo
I bambini possiedono alcune capacità percettive fin dalla nascita. A pochi giorni di vita sanno seguire visivamente un suono, a 4-5 mesi hanno la percezione di oggetti nascosti e si rappresentano i rapporti tra oggetti nello spazio tridimensionale, a 2-3 anni sanno distinguere tra entità diverse in base al numero e riconoscono la progressione numerica fino al 4 o al 5. Insomma, la mente del bambino “funziona” già prima di iniziare a parlare
Il termine “parlatore tardivo” si riferisce a bambini che manifestano un ritardo nella produzione di parole in assenza di una diagnosi di disabilità o di ritardo dello sviluppo in ambito cognitivo e motorio. Non definisce una patologia, ma indica una situazione che può essere la manifestazione di un disordine emergente
Durante il sonno i bambini possono compiere movimenti involontari e manifestare forti emozioni. Si tratta di comportamenti fisiologici, benigni, più frequenti nei bambini che negli adulti, e che quasi sempre scompaiono da soli o si riducono di frequenza e intensità con lo sviluppo
Già a poche ore di vita i neonati sono in grado di distinguere il parlato da altri tipi di stimoli uditivi. A 8 mesi imparano a distinguere alcune parole. A differenza degli adulti, i bambini raggiungono in un tempo relativamente breve una competenza raffinata della loro lingua madre e, se vivono in un ambiente bilingue, riescono a imparare perfettamente entrambe
Il linguaggio si apprende nell’interazione, attraverso l’ascolto, la ripetizione e l’imitazione, grazie a un sistema cognitivo generale che modula l’interazione tra gli stimoli ricevuti e le abilità di partenza. Il suo sviluppo è quindi in stretta relazione con quello di altri ambiti cognitivi
Può capitare che, per un certo tempo, alcuni bambini presentino dei tic: movimenti rapidi e involontari ripetuti frequentemente. In genere sono legati a momenti di crescita particolarmente impegnativi e non devono destare preoccupazione
Tra gli specialisti si parla di “persone che balbettano”, più che di balbuzie, proprio per restituire l’immagine di un fenomeno mutevole a seconda dei giorni e delle circostanze, che può avere importanti risvolti psico-emotivi